Caccia agli acquatici: Si tratta di una caccia che non tutti hanno provato quella agli acquatici, ma che regala soddisfazioni ed emozioni forti, specie se svolta con cura per il dettaglio, precisione e pazienza.
Quando si parla di questo genere di caccia tre sono gli elementi fondamentali: gli acquatici, il cacciatore e l’acqua. Se per la presenza dei primi si può far davvero poco, per la preparazione del cacciatore e del laghetto l’uomo ha ampio margine di movimento: d’altronde se le sue capacità sono scarse e l’ambiente nel quale lavora approssimativo, ci saranno davvero poche possibilità che la caccia sia fortunata.
E proprio di ambiente di caccia parliamo oggi e della possibilità di costruire artificialmente un laghetto a cinque stelle a scopo venatorio sì, ma anche per il ripopolamento di alcune zone.
Tanto per cominciare è bene ricordare che per realizzare un appostamento di successo è fondamentale avere una chiara idea della avifauna presente nella zona, e che si intende richiamare: questo è un elemento importante dato che in base al volatile cambiano le tecniche. D’altronde le possibilità sono davvero numerose: fra anatre tuffatrici, anatre di superficie e trampolieri, la scelta è davvero ampia.
Prima ancora di pensare alla possibilità di realizzare un piccolo o grande laghetto artificiale è bene indagare sulle rotte migratorie. Se nella zona non ne passano, cambia progetto: realizzare un laghetto senza volatili sarebbe totalmente inutile.
Risolto il primo punto ricorda: uno degli elementi che dovrai tenere sotto controllo è la profondità del laghetto intorno al quale intendi appostarti: per la caccia alla moretta o al moriglione, anatre tuffatrici, è bene che la profondità si aggiri intorno ai 2-3 metri, mentre se hai idea di dare la caccia al germano reale, al codone, alla marzaiola, al mestolone, alla canapiglia o all’alzavola la profondità deve essere decisamente inferiore. Stessa regola è valida anche per la caccia al beccaccino, alla gallinella o al porciglione.
Un altro elemento da non sottovalutare è quello delle dimensioni: 7 mila, 8 mila metri quadri è una superficie accettabile, per quanto, in questo caso vale la logica del più grande è meglio è. Pensa a quanti e quali spazi hai a disposizione prima di agire.
Altro dettaglio da valutare è quello relativo alle sponde: tutte le specie acquatiche preferiscono che la pendenza sia graduale e ridotta, di modo che l’habitat simuli alla perfezione un ambiente palustre. Sarà proprio nelle sponde che la selvaggina svolgerà ogni attività alimentare, esplorando con il proprio becco la terra umida alla ricerca di qualche ghiotto pasto, almeno nel caso dei trampolieri, delle anatre e dei beccaccini.
A questo punto il laghetto è pronto e non devi far altro che attendere che si popoli di vegetazione acquatica: di norma è una fase piuttosto rapida, ma nel caso le cose non vadano come ci si aspetta, potresti occuparti del trapianto delle classiche specie acquatiche presenti nella zona. Il popolamento da parte della fauna sarà graduale e probabilmente naturale: da tener presente che durante questa fase sarà probabile compaiano specie cacciabili, ma anche molte specie protette, che sceglieranno la zona per nidificare.
Ovviamente in fase di realizzazione del progetto è bene tener presente quali saranno i vostri punti di appostamento: meglio scegliere posizioni con il sole alle spalle ed in linea di entrata con i volatili no?
Il capanno per l’appostamento, ben inserito nell’habitat, dovrà rendervi il tiro agevole, sarà meglio sia riparato dai venti, coibentato e manco a dirlo impermeabile. La caccia invernale diversamente potrebbe rivelarsi alquanto difficile.