Caccia in Abruzzo: l’assessore Febbo contro i suoi “denigratori” manifesta l’intenzione di rivolgersi alla Procura; il Wwf risponde, “ci vada, non ci intimidisce”.
Per l’assessore alla Caccia Mauro Febbo l’intento del consigliere di Rifondazione Maurizio Acerbo, di Wwf e degli animalisti è “evidente”. Sarebbe quello di “strumentalizzare qualsiasi atto provenga dall’assessorato e dalla Direzione all’Agricoltura e alla Caccia”. Febbo sospetta che ci sia “un’unica cabina di regia, attraverso atti o comunicati stampa che spesso e volentieri danno informazioni false, errate o infondate”.
A questo punto gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di un’eventuale segnalazione alla Procura della Repubblica. “Si tratta di una soluzione estrema”, ammette l’assessore, “contraria alla mia visione della politica e dell’attività amministrativa, ma che si potrebbe rivelare necessaria per ristabilire la verità ed una corretta visione dei fatti”. Per l’assessore alla Caccia, però, non si può andare avanti così ancora per molto: “Acerbo, supportato da Wwf e animalisti, continua nella sua opera di mistificazione dei fatti rappresentando agli organi di stampa situazioni assolutamente false, peraltro contraddette chiaramente da leggi e regolamenti esistenti”.
L’assessore spiega che gli indirizzi generali per la gestione delle popolazioni di cinghiale, cervo e caprioli approvati con delibera di G.R. n. 605 del 1/9/2011, “come è chiaro anche dal titolo, non costituiscono regolamento, pertanto non devono essere sottoposti al vaglio del Consiglio regionale”.
“Trattandosi pertanto di indirizzi”, va avanti Febbo, “l’organo competente alla loro adozione era ed è la Giunta Regionale, per cui non sussiste nessun problema relativo alla conformità all’articolo 13 dello Statuto, come denuncia Acerbo (il Wwf e gli animalisti), creando un allarmismo ingiustificato circa la legittimità dell’operato della Giunta regionale e del sottoscritto”.
L’assessore fa notare, inoltre, che gli ‘indirizzi’ riguardano la gestione degli ungulati “e non solo il prelievo. L’attività di gestione, che consiste principalmente nella rilevazione della distribuzione della popolazione e nei censimenti, com’è ovvio, va svolta su territori omogenei dove la specie vive, perché gli animali selvatici non conoscono confini amministrativi: è quindi necessaria un’azione congiunta di Regione, Province ed Enti gestori delle aree protette, come gli Indirizzi chiaramente prevedono”.
Che poi la conservazione delle specie si realizzi all’interno delle aree protette, ove è vietata la caccia, mentre all’esterno si può esercitare il prelievo venatorio è già stabilito dalla normativa in vigore, sottolinea ancora l’assessore. In relazione alla presunta azione di reintroduzione e ripopolamento della specie cinghiale che sarebbe “sottintesa” negli Indirizzi, “anche in questo caso è la stessa L.R. 10/04 che esclude tale possibilità, come peraltro ricorda lo stesso Acerbo”.
Febbo vuole sapere che quando il consigliere Acerbo, il Wwf e gli animalisti sostiene che di fatto sarà aperta la caccia anche a cervi e caprioli e sarà affidato alle Province di autorizzare l’ingresso dei cacciatori in aree protette “lo fa perché non ha assolutamente compreso la materia o perché volutamente manipola i fatti?”. “Mi meraviglio anche di come Acerbo e gli altri sottoscrittori dell’istanza al Presidente del Collegio delle Garanzie Statutarie non siano a conoscenza delle più elementari nozioni di gerarchia delle fonti”, va avanti Febbo, “e ritengano che degli Indirizzi possano modificare la normativa nazionale e regionale esistente, quando gli stessi Indirizzi sono stati invece adottati nel rispetto e in conformità della normativa vigente”.
“Che Febbo vada in Procura», replica il Wwf, “ma si porti anche le sentenze del Tar Abruzzo e della Corte Costituzionale che negli ultimi anni hanno sonoramente bocciato la gestione venatoria dell’assessore, della Giunta regionale e della regione. Così sarà più semplice per il giudice farsi un’idea dello stato della caccia in Abruzzo”.
Il Wwf avverte: “non ci facciamo intimidire da tali affermazioni” e chiede se il Governatore Chiodi e gli altri membri della Giunta condividono i toni, i contenuti e i metodi di confronto usati dall’assessore Febbo nella sua nota.
“E’ evidente”, continuano gli ambientalisti, “il tentativo di buttarla “in rissa” per far perdere di vista i reali contenuti della Delibera di Giunta Regionale che l’assessore non riesce a rivendicare pubblicamente. Febbo sostiene, tra l’altro, che l’attività di gestione da lui promossa consisterebbe principalmente “nella rilevazione della distribuzione della popolazione e nei censimenti”. Visto che le parole scritte negli atti ufficiali sono spesso più chiare delle parole dettate ai giornali anche da autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, pensiamo sia utile proporre un semplice estratto del provvedimento da cui si evince chiaramente che Febbo vuol far sparare a cervi e caprioli anche nelle aree protette con semplice autorizzazione delle province, il tutto entro il 31/12/2013. Per carità, sempre dopo i censimenti…Il Wwf si opporrà a questa mattanza”.
Gli estratti del provvedimento contestati dagli ambientalisti:
Art.3
Il prelievo venatorio degli ungulati può essere effettuato esclusivamente con le seguenti modalità:
-Cinghiale: in forma collettiva, braccata e girata, in forma individuale con tecniche selettive o con altre forme;
-Cervidi: esclusivamente in forma individuale con tecniche selettive, quali la cerca e l’aspetto, senza l’utilizzo dei cani, con esclusione di qualsiasi forma di battuta o braccata. E’ ammesso l’utilizzo dei cani da traccia esclusivamente per il recupero di capi feriti. A tale scopo i cani utilizzati devono essere in possesso di specifica abilitazione rilasciata dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana – ENCI – e il conduttore deve essere in possesso del requisito di cui al successivo art. 5 comma 1 lett. f).
Art.6 commi 3 e 4
3.Le Province adottano Piani di Prelievo Annuale per ciascuna delle specie di cervidi.
4. I Piani di Prelievo Annuale devono contenere:
a) i dati dei censimenti annuali;
b) l’individuazione delle “aree di prelievo”;
c) il numero dei capi oggetto di prelievo, suddiviso per specie, classi di sesso ed età;
d) l’indicazione delle modalità e dei tempi di prelievo definiti coerentemente alle linee guida ISPRA e alla normativa vigente;
e) le modalità di redazione della relazione finale sul risultato dei prelievi, che indichi: il numero dei capi abbattuti distinto per classi di età e sesso, la comparazione con il Piano di Prelievo Annuale autorizzato, i dati biometrici dei capi abbattuti e lo stato sanitario della popolazione.
Art. 7
(Armi da impiegare per il prelievo in forma selettiva dei cervidi) Il prelievo selettivo dei cervidi può essere effettuato utilizzando esclusivamente armi con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale, munite di cannocchiale di puntamento.
Art.18 comma 4
I cacciatori a singolo possono operare in regime di normale attività venatoria nei territori espressamente previsti dalle Province; essi, inoltre, previa specifica autorizzazione delle Province, possono essere utilizzati per interventi di controllo numerico della specie al di fuori del periodo cacciabile anche nelle aree vietate alla caccia quali Istituti Faunistici, Parchi Naturali e simili, nel rispetto delle linee guida dell’ISPRA.
Art. 21
(Norme finali)
1. Le Province predispongono o adeguano i propri regolamenti in materia di caccia alle presenti linee guida, entro il 31.12.2013.
(8 ottobre 2012)
Fonte: PrimadaNoi