Caccia in Abruzzo: la Regione ha apportato alcune modifiche al Calendario Venatorio per aderire alle valutazioni del TAR; Febbo, “la decisione del Tar non significa chiusura della caccia”.
L’Assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, prendendo atto della decisione del Tar dell’Aquila di confermare, con propria Ordinanza il precedente Decreto di sospensiva emesso dallo stesso Tribunale Amministrativo Regionale il 7 settembre scorso senza entrare nel merito dei contenuti del provvedimento, ha affermato “Le decisioni della Magistratura vanno rispettate e per questo ci atterremmo a quanto stabilito dal Tar sul calendario venatorio. Restiamo comunque convinti della bontà del nostro operato e anche per questo impugneremo l’Ordinanza sospensiva dinanzi al Consiglio di Stato”.
Proseguendo sulla decisione del Tar l’assessore Febbo ha tenuto a precisare che “tale decisione non comporta assolutamente la chiusura della caccia, come viene erroneamente sostenuto da più parti creando confusione e ingiustificato allarmismo. L’esercizio dell’attività venatoria può essere ad oggi svolto come da Calendario sul restante territorio regionale e per tutte le specie non escluse dalla decisione del Tar”.
Infatti Febbo ha spiegato, “Restano cacciabili, secondo le modalità e le date previste dal Calendario Venatorio 2012/2013, le seguenti specie: Merlo, Cornacchia grigia, Gazza, Fagiano, Ghiandaia, Lepre, Folaga, Volpe, Cesena, Tordo sassello, Tordo bottaccio, Germano reale, Gallinella d’acqua, Alzavola, Porciglione, Fischione, Colombaccio, Coturnice, Cinghiale e Starna. Per quest’ultima con Piani di prelievo approvati dalle Province”.
Permangono momentaneamente il divieto di caccia nei siti NATURA 2000 (Sic e Zps) e nelle aree di presenza dell’Orso individuate dal PATOM e il divieto di prelievo venatorio per le specie SPEC, con l’aggiunta dell’obbligo di adeguamento alle indicazioni ISPRA per quanto riguarda l’utilizzo di munizioni atossiche per la caccia agli ungulati.
Continuando l’assessore alla caccia ha affermato, “Voglio comunque sottolineare che, proprio nella prospettiva dell’accoglimento della domanda di sospensiva, poi effettivamente intervenuto, gli Uffici competenti si sono già attivati sin dal mese di settembre per la Valutazione di Incidenza Ambientale sul calendario venatorio al fine di superare le censure del Tribunale amministrativo regionale”.
Inoltre, aggiunge Febbo, “Sono altresì al vaglio della Direzione ulteriori misure tendenti a restituire tempi e spazi di caccia ad oggi sottratti al mondo venatorio dal pronunciamento del Tar”. Deprecando il “l’ingiustificato e discutibile trionfalismo di alcune associazioni ambientaliste riguardo proprio l’Ordinanza del Tar, che ha semplicemente confermato il precedente Decreto sospensivo”, l’assessore Febbo ha fatto sapere di aver apportato alcuni interventi in attesa della sentenza di merito, sulla quale si dice molto fiducioso, in modo da evitare ulteriori danni a quanti esercitano legittimamente l’attività venatoria.
Concludendo quindi Febbo ha spiegato, “L’amministrazione regionale conferma la bontà delle scelte operate e dei contenuti del calendario venatorio in quanto rispettosi del quadro normativo vigente e dei principi e delle tecniche di gestione faunistica. Ad ogni modo abbiamo deciso di apportare alcune modifiche e integrazioni al calendario venatorio vigente predisposte al fine di adeguarlo all’Ordinanza del Tar del 10 ottobre u.s. Queste saranno contenute all’interno di una proposta di Delibera che presenterò nel corso della prossima seduta della Giunta regionale in programma lunedì 15 ottobre”.
Le modifiche a cui si riferisce l’assessore alla Caccia riguardano in particolare le zone SIC, ZPS, PATOM e le specie SPEC; per quanto riguarda le aree SIC e ZPS verranno adottate misure tese a limitare il disturbo eventualmente provocato dall’esercizio dell’attività venatoria attraverso l’utilizzo dei cani e la stessa pressione venatoria. Saranno ridotte, ad esempio, le giornate di caccia da tre fisse settimanali a due giornate fisse settimanali per quelle forme di caccia che utilizzano cani da seguita il cui numero inoltre è stato ridotto a tre per muta. A tal proposito Febbo rivolge una critica agli ambientalisti sottolineando che “non appare così alta l’attenzione prestata dagli ambientalisti verso quei branchi di cani randagi e inselvatichiti che sciamano liberamente in questi territori di pregio arrecando disturbi maggiori ed incontrollati”.
Per le aree PATOM inoltre, si vanno ad estendere le limitazioni già previste per le ZPE (Zone di protezione esterna) del PNALM in tutte le aree individuate dal Ministero dell’Ambiente come zone di presenza stabile dell’Orso. Valgono inoltre tutte le misure e le limitazioni stabilite per le SIC e ZPS.
Infine l’assessore alla caccia aggiunge “per quanto riguarda le specie SPEC conformemente all’ordinanza del Tar, esse vengono sottratte al prelievo venatorio ad eccezione della Beccaccia. Per quest’ultima infatti ci si adegua alle linee guida dettate dall’Ispra”.
Concludendo Febbo ha aggiunto “Inoltre vengono introdotti per la prima volta in Abruzzo, e forse in Italia, sistemi di gestione per la Beccaccia quali ad esempio la valutazione delle classi di età degli individui abbattuti. Anche su questo aspetto l’ISPRA ha espresso parere favorevole”.
13 ottobre 2012