Il Parco Nazionale d’Abruzzo si pronuncia negativamente sul nuovo Calendario Venatorio della Regione Abruzzo: a rischio l’incolumità dell’orso marsicano.
In un proprio comunicato il Parco Nazionale d’Abruzzo esprime il proprio dissenso riguardo alle decisioni della Regione nella stesura del nuovo Calendario Venatorio che non ha tenuto in considerazione le richieste avanzate dell’Ente parco finalizzate alla salvaguardia dell’orso marsicano senza nulla togliere alla normale attività venatoria.
La decisione della Regione di aprire la caccia al cinghiale dal 7 ottobre prossimo, ha suscitato molta delusione nei vertici del Parco che, con una lettera del 27 luglio scorso, avevano invitato la Regione stessa a posticipare l’apertura al 1° novembre, al fine di ridurre la sovrapposizione di questa particolare attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna con il periodo di iperfagia dell’Orso. Si tratta, infatti, del periodo più importante e delicato per l’orso marsicano che deve prepararsi ad affrontare il letargo invernale e, per le femmine, il probabile parto.
Nella missiva, si sottolineava come i provvedimenti presi finora per la tutela dell’Orso bruno marsicano, popolazione unica a livello mondiale e a elevato rischio di estinzione, non possono essere considerati sufficienti e si ricordava come la Regione Abruzzo sia firmataria del protocollo sul Piano di tutela dell’orso marsicano.
La Regione vi è peraltro impegnata in qualità di capofila. Oltretutto, il Consiglio d’Europa, nel recente atto di rinnovo del Diploma Europeo, ha posto tra le condizioni – raccomandazioni quella della salvaguardia dell’orso, in particolare nel periodo autunnale. Tutto ciò non viene purtroppo considerato dalla Regione e il Calendario venatorio ha sostanzialmente seguito, su questo punto, lo stesso percorso dell’anno precedente.
Il 7 ottobre, quindi, si apre la caccia al cinghiale in pieno periodo in cui l’orso è molto occupato a procacciarsi il cibo per prepararsi alla stagione invernale. In fondo, il Parco, ha semplicemente chiesto di posticipare l’apertura al 1° novembre anche protraendola eventualmente fino al 31 gennaio, senza nulla togliere quindi, alla durata complessiva di questo tipo di caccia.
Al Parco si fa notare, ovviamente, l’incoerenza del comportamento della Regione che da un lato sottoscrive un Patto per la salvaguardia dell’orso, dall’altro adotta provvedimenti che lo disattendono.
Già lo scorso anno era stato chiesto di posticipare l’apertura della caccia al cinghiale a novembre, ma senza riscontro. Purtroppo, anche dalle segnalazioni di presenza di orsi nella Zona di Protezione Esterna (Area Contigua) cominciano a evidenziarsi le difficoltà del plantigrado a vivere stabilmente in certe località a causa del disturbo che sono costretti a sopportare e a cercare perciò una “via di fuga” che li porta ad affrontare, a volte, gravi pericoli per la loro vita.
Parco Nazionale d’Abruzzo