Caccia: Abruzzo, un progetto per istituire corsi per l’abilitazione alla caccia specialistica della Beccaccia.
La Regione Abruzzo è partita per prima in Italia inserendo la figura di cacciatore specialista-monitoratore beccaccia nell’attuale Calendario Venatorio (Del.G.R. n°561 del 29/07/2013). Tale abilitazione diventa obbligatoria nel territorio regionale per lo svolgimento delle attività di monitoraggio invernale e primaverile su apposite aree che saranno censite dagli organi territoriali in sinergia con gli Atc e le associazioni venatorie locali, prevedendo la possibilità di effettuare i monitoraggi anche nelle aree interdette all’attività venatoria, previa autorizzazione degli enti preposti. In futuro l’abilitazione potrebbe consentire anche l’eventuale prelievo venatorio oltre i normali periodi previsti dal calendario per la specie.
Occorre sottolineare che questo risultato è frutto della lungimiranza e della competenza della Regione Abruzzo, nelle figure istituzionali del presidente Giovanni Chiodi e dell’assessore alla caccia Mauro Febbo, dell’assidua mediazione di Giuseppe Savini, consulente dell’assessorato, del dirigente del settore Agricoltura Caccia e Pesca Luigi De Collibus e del funzionario dell’ufficio programmazione faunistico-venatoria Franco Recchia. Un’importante collaborazione tra istituzioni e governo difficile da reperire oggi in Italia.
Chieti ha aperto la strada.
Così come è da riconoscere l’impegno e la volontà dell’Atc Chietino-Lancianese (nella persona del suo presidente Corrado Di Nardo e del suo staff), il primo Atc italiano che ha effettuato i corsi il 12 e 13 luglio scorsi. Corsi che sono stati validati e riconosciuti dall’ISPRA, all’interno di un nuovo percorso di piena collaborazione tra l’istituzione e le associazioni specialistiche per l’affermazione della caccia sostenibile, sulla base di un modulo di 16 ore minime, organizzate in almeno due giornate formative con lezioni mattutine e pomeridiane di 4 ore ciascuna.
L’ISPRA ha inoltre validato i nominativi dei docenti sulla base dei loro curricula e sulla rigorosità dell’organizzazione che ha previsto la registrazione dei corsisti in entrata ed uscita alle singole sessioni. Lo stesso ha riguardato i docenti che hanno redatto verbale sulle presenze, sugli argomenti trattati e sull’esito finale dell’esame composto da circa 20 domande a risposta multipla. I Corsi sono suddivisi in moduli:
Modulo A: biologia della specie ore 10 c.a. lezioni frontali in aula.
I. Sistematica e distribuzione geografica; Popolazioni e DNA; Status della specie;
II. MORFOLOGIA (Morfologia generale e variabilità dei principali caratteri; Piumaggio e muta; Apparato digerente; Sensi e modi di comunicazione; Anomalie di forma e di colore);
III. INDICI DI PRESENZA;
IV. ECO-ETOLOGIA (Habitat – uso, variazioni, funzione ecologica specifica degli ecosistemi forestali, ruolo e importanza delle aree aperte; Area vitale; Fenologia – riproduzione, svernamento, migrazioni, orientamento; Alimentazione; Fattori limitanti – clima, variazioni dell’habitat, predazione, patologie e incidenti, Caccia; Struttura e dinamica delle popolazioni – mortalità e sopravvivenza in base ai dati di inanellamento);
V. RICONOSCIMENTO DEI SESSI E DELL’ETA’ (Maschio o femmina; Giovane o adulto; Analisi dei criteri utilizzabili; La “lettura” delle ali: nozioni di base * (NB).
Modulo B: studio e gestione della specie ore 5 c.a. lezioni frontali in aula.
VI. STUDIO A SCOPO GESTIONALE (Raccolta e analisi di campioni biologici; Inanellamento; Radiotracking e altro; Conteggi (monitoraggi);
VII. PRELIEVI (Legge 157/92; Norme Comunitarie; Tipologie di caccia in Europa; Calendari venatori; Turismo venatorio; Entità dei prelievi; Caccia programmata e caccia su piano di prelievo; PMA e PMG);
VIII. CRITERI GESTIONALI (Teorici; Prudenziali; Applicati – gestione dell’habitat, gestione venatoria; Importanza delle aree protette; Protocollo ondate di gelo; Protocollo monitoraggio aree protette; Documenti vari di gestione UE, ISPRA, ONCFS).
Modulo C: tecnica venatoria e cinofilia ore 5 c.a. lezioni frontali in aula.
I. ETICA VENATORIA E APPROCCIO ALLA CACCIA ALLA BECCACCIA (A caccia da soli; Il valore e l’espressione del binomio cane & cacciatore; Mezzi e strumenti “sostenibili”; il prelievo “discreto”);
II. LE ARMI (Basculanti; Semiautomatici; Calibri);
III. LA CARTUCCIA (Elementi di balistica della canna liscia – velocità, pesi, rosata, copertura e dispersione; Tipologie di munizioni idonee);
IV. IL TIRO (Tecnica ed esecuzione del tiro – pieghe e deviazioni del calcio, allenamento; Piazzamento; Sicurezza);
V. CINOGNOSTICA (Le razze da ferma e da cerca; Le razze da ferma – razze inglesi, razze continentali; Standard morfologici e di lavoro nelle razze da ferma – cerca, filata, ferma, guidata, consenso, riporto);
VI. CINOFILIA VENATORIA (Il cane “da beccacce” – cerca e collegamento, il lavoro “a singolo” e il lavoro “in coppia”; Campano e campano elettronico: caratteristiche e utilizzo sostenibile; Addestramento e allenamento; Le prove di lavoro – le prove di lavoro su beccacce; Criteri e principi di selezione; Allevamento; Alimentazione; Salute del cane – primo soccorso).
Presidente della Commissione e docente dei Moduli A e B è stato Paolo Pennacchini, coadiuvato da Camillo D’Onofrio. La parte del modulo C inerente la cinofilia e la tecnica venatoria è stata condotta da Raffaele Pozzi, quella sulle armi e la balistica da Antonio Mitelli. Alla fine del Corso sono stati abilitati 80 beccacciai-monitoratori ai quali è stato rilasciato apposito attestato.
Poi Teramo
Promosso da Arcicaccia Teramo, nella figura del suo presidente Massimo Sordini, il 13 e 14 settembre il corso di specializzazione si è svolto poi a Teramo appunto, con il patrocinio della Provincia. Il corso ha avuto come docenti per il Modulo A e B sempre Paolo Pennacchini, insieme a Giovanni Giuliani, mentre il modulo della cinofilia è stato svolto da Alberto Pellegrini, presidente del Club della Beccaccia. Sono stati formati 56 monitoratori.
Il bis di Chieti
Promosso da Federcaccia Chieti nella figura di Vincenzo Larizza, con la sapiente organizzazione di Gabriella Berardocco, nel palazzo ducale di Torrevecchia Teatina, il 19 e 20 settembre si è svolto il 2° corso rivolto ai beccacciai di Chieti.
La docenza è stata tenuta da Paolo Pennacchini e da Camillo D’Onofrio per i moduli A e B, da Giuseppe Caschera per la cinofilia e tecnica venatoria, e da Antonio Mitelli per le armi, balistica e munizionamento. A seguito degli esami sono stati formati altri 80 monitoratori.
Un modello messo a punto con i beccacciai di tutta Italia
E’ importante ricordare come i corsi di specializzazione beccaccia così costruiti siano stai il frutto di un modello di formazione che Beccacciai d’Italia ha sperimentato negli anni incontrando centinaia di beccacciai e gli uffici Caccia dal Trentino alla Puglia. Sono l’evoluzione delle lezioni tenute in provincia di Perugia per il monitoraggio della migrazione pre nuziale e la raccolta delle ali che là si svolge dal 2006, così come in provincia di Lecce dal 2010, culminate con la lezione magistrale presso la Facoltà di Agricoltura dell’Università di Firenze che ha attribuito dei crediti formativi ai laureandi del Corso Magistrale in Scienze della Gestione Faunistica. Il contributo del naturalista zoologo Giovanni Giuliani è stato decisivo nella strutturazione dei corsi secondo i requisiti indicati dall’ISPRA, così come il grande lavoro del presidente del Club della Beccaccia Alberto Pellegrini nel divulgare nel mondo della cinofilia le necessità improrogabili della ricerca scientifica applicata alla nostra amata specie.
Se la Regione Abruzzo è stata la prima ad attivare ufficialmente i corsi, un doveroso ringraziamento va al coraggio e all’intuizione di Giannicola Di Carlo che otto anni fa ha iniziato una serie di contatti sul tema beccaccia nella sua Ortona. Insieme all’amico Leo Papponetti hanno iniziato a diffondere i nuovi protocolli di ricerca basati sulla raccolta delle ali di beccaccia e promosso numerose iniziative sul territorio. Hanno fondato la delegazione Abruzzo di Beccacciai d’Italia e coinvolto molti giovani appassionati, interfacciandosi con le associazioni ambientaliste, senza pregiudizi e antichi rancori. Si tratta quindi di un messaggio molto positivo: laddove si incontrano ancora persone di buona volontà e iniziativa, si può costruire tutti insieme, senza schieramenti ideologici e divisioni ormai non più sostenibili, un futuro per la beccaccia e per la nostra caccia.
Beccacciai d’Italia e Club della Beccaccia
( 27 febbraio 2014 )