In occasione dell’imminente apertura della stagione venatoria, il 18 settembre, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Franco Simeone, rivolge il “in bocca al lupo” a tutti i cacciatori ricordando però che la caccia al cinghiale non sarà anticipata.
Infatti a seguito di un incontro con i presidenti dei due ATC della provincia di Viterbo e i rappresentanti delle Associazioni Venatorie, Simone ha reso noto che la caccia al cinghiale non sarà oggetto di preapertura ad ottobre ma comincerà regolarmente nel mese di novembre.
Spiega infatti Simeone che: “Le preaperture per la specie cinghiale sono state autorizzate negli anni passati con l’intento di limitare i danni alle colture agricole, in particolare mais, nocciole e vigneti. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ci ha fatto pervenire un parere negativo specificando che ‘tale possibilità dovrebbe essere adottata nel percorso di approvazione del calendario venatorio’ cosa che non è avvenuta”.
“Il parere dell’Ispra – prosegue Simeone – non è vincolante, ma considerando che la stagione del raccolto, grazie al clima estremamente favorevole di quest’anno sta volgendo al termine con largo anticipo, risulta del tutto inutile autorizzare le due giornate di preapertura nel momento in cui, il problema dei danni è di fatto superato”.
Ciò nonostante, fa sapere Simeone, non vengono sottovalutate le problematiche del settore agricolo: “E’ assolutamente necessario che con la Regione e il mondo agricolo e venatorio ci si incontri per concertare interventi strutturali in grado di prevenire il rischio di futuri danni alle colture da parte dei cinghiali. Ben venga l’intervento attivato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e la promozione di interventi legati al miglioramento del paesaggio rurale e alla prevenzione dei danni alle colture causati dalla fauna selvatica”.
Continua l’assessore: “Va bene prevedere interventi all’interno dei parchi e delle riserve naturali o in altre aree protette ma non va dimenticato che, se in questi spazi i cinghiali hanno trovato il loro habitat naturale, è poi nei terreni agricoli che vanno a cercare il cibo”.
Ritengo necessario quindi – prosegue Simeone – pianificare una serie di interventi e azioni mirate a prevenire il problema alla radice facendo in modo che i cinghiali, una volta usciti dalle riserve non vadano ad invadere e danneggiare le coltivazioni”.
Infine ricorda Simeone: “La Provincia a tale scopo ha già finanziato interventi per la recinzione elettrica dei raccolti. Gli agricoltori sono stufi di chiedere gli indennizzi per i danni alle colture soprattutto quando, certi eventi calamitosi, sono facilmente prevedibili e dunque evitabili”.