Bisogna attendere ancora un mese per l’approdo in aula del piano faunistico venatorio dell’Emilia Romagna. La discussione sull’argomento si è aperta da poco e il documento prevede un iter ben preciso. La durata del piano sarà di cinque anni, per la precisione dal 2018 al 2023, senza dimenticare il secondo confronto in cui si affronteranno e voteranno gli emendamenti. Massimiliano Pompignoli (Lega) ha posto l’accento soprattutto sulla gestione dei cinghiali, un problema davvero grave per quel che riguarda questo territorio.
Il Movimento 5 Stelle ha invece pensato a chiedere quale sia il costo ambientale del piombo e il peso che la caccia avrebbe sui contribuenti emiliani e romagnoli. I pentastellati, inoltre, hanno apprezzato il metodo con cui si catturano e sterilizzano i cani-lupo ibridi senza che ci siano uccisioni. L’assessore regionale Simona Caselli ha fatto capire come ci sia la possibilità di modificare la legge dell’Emilia Romagna che regola la caccia in questa regione.
Il cambiamento è possibile a patto che la proposta stessa sia concentrata su pochi punti, i quali devono essere allo stesso tempo molto chiari. Su sollecitazione di Pompignoli, inoltre, l’assessore ha sottolineato come la revisione degli Ambiti Territoriali di Caccia sia possibile mediante un apposito atto amministrativo, di conseguenza non ci sarebbe bisogno di una modifica della norma.