Caccia in Toscana: La provincia di Livorno dichiara guerra ai cinghiali e chiede aiuto a cacciatori e agricoltori.
In un comunicato diffuso oggi la Provincia di Livorno evidenzia che «i problemi causati dalla massiccia presenza di ungulati sul territorio provinciale, sono stati al centro degli incontri promossi dagli assessori alla caccia e all’agricoltura e turismo». Per i due assessori provinciale Ringo Anselmi (caccia) e Paolo Pacini (agricoltura e turismo) si sono incontrati con i rappresentanti delle associazioni di categoria del settore agricolo e, successivamente, con l’Ambito territoriale di caccia (Atc) 9 e i capi distretto delle squadre di battuta al cinghiale.
Il territorio dell’Atc 9 comprende i comuni Livorno, Collesalvetti, Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Sassetta, Campiglia Marittima, Suvereto e Piombino ed anche di Capraia Isola dove però non ci sono cinghiali. L’altra Atc provinciale livornese è la 10, quella che comprende gli 8 comuni dell’isola d’Elba, dove il problema cinghiali, importati dai cacciatori negli anni Sessanta è ancora più grave.
«Le questioni evidenziate – dicono i due assessori – riguardano, in particolare, gli ingenti danni alle colture causati dai cinghiali, ma anche i pericoli dovuti all’eccessivo avvicinamento degli animali ai centri abitati e alle strade, soprattutto nel pieno della stagione estiva con la presenza di numerosi turisti. Dagli incontri è emersa, quindi, la necessità di procedere ad una nuova campagna di abbattimenti e catture per diminuire il più possibile la popolazione di ungulati. In questo senso tutti i soggetti partecipanti, e chiamati a vario titolo ad intervenire sul problema, hanno concordato sull’importanza di operare in stretta collaborazione per attivare tempestivamente sia interventi diretti alla limitazione del numero di capi, sia le misure previste per dissuadere l’avvicinamento degli animali alle colture e alle case».
I capi distretto dei cacciatori hanno garantito la collaborazione di tutte le 22 squadre attive sul territorio, con uscite, programmate con la compartecipazione della polizia provinciale, che si svolgeranno in agosto e nella prima decade di settembre.
La provincia sostiene che «l’obiettivo è quello di abbattere e/o catturare un numero molto elevato di capi, tale da consentire di abbassare notevolmente la pressione della presenza di questi animali sul territorio».
L’amministrazione provinciale intende coinvolgere anche gli agricoltori e «Attiverà anche le procedure previste dalle normative, che autorizzano gli stessi titolari delle aziende agricole ad intervenire direttamente con l’abbattimento delle bestie che entrano nei loro terreni, previa segnalazione alle guardie provinciali».
Fonte: Green Report