Caccia&arte: A colpi di pennello – Pittori e scultori nel nome di Diana.
Noi li abbiamo incontrati all’ultima EXA, voi potete trovarli nelle gallerie d’arte o nei loro atelier. Sono gli artisti animalier, quelli che mettono selvatici e caccia al centro della propria ispirazione. Qui ve li presentiamo in carne, ossa e opere. Testo e foto di Saverio Patrizi
Andrea Mazzoli
Altro habitué dell’EXA è Andrea Mazzoli, un pittore affermato di Maniago, paese dove la caccia è sinonimo di cultura venatoria, Cacciatore lui stesso per passione e per tradizione familiare, dice: “Considero l’attività venatoria un mezzo per accostarmi alla natura, per conoscerla e coglierne situazioni talvolta irripetibili”. E dal mondo venatorio arriva anche l’ispirazione per la pittura, fin da quando, bambino, accompagnando il padre in armeria vi scoprì un calendario illustrato con riproduzioni dei quadri di Roberto Lemmi. La necessità di riprodurre con immediatezza l’idea creativa fa si che Andrea privilegi l’acrilico, che gli consente stesure immediate di colore su colore, lumeggiature e ombreggiature; una pittura per addizione di materia e di colore. Tra i soggetti più frequenti nelle sue opere: cani, beccacce, lepri, tetraonidi e ungulati.
Alessia Griglio
Passando fra gli stand della fiera sono rimasto colpito da un bufalo che, coperto da una pelliccia, faceva la guardia allo stand di quest’artista. All’interno si susseguono una serie di opere dedicate agli animali oggetto della nostra passione, tutte rigorosamente in bianco e nero, disegni caratterizzati da una trama minutissima di segni che, solo avvicinandosi si può apprezzare l’accuratezza dei particolari che compongono l’opera tutta. Due lepri in corsa sembrano uscire dal quadro per venirci incontro, un cervo e un capriolo ci osservano di tre quarti, i ritratti di cani che esprimono il carattere che ne fa di ognuno il più fedele amico dell’uomo. Penso sia l’ultima arrivata fra gli artisti dell’EXA, ma sicuramente rimarrà impressa a molti.
Raffaele Scarciglia
Prossimamente su DIANA un ritratto approfondito su questo scultore che proprio all’EXA ha consegnato al direttore Pasquale Cacciapuoti la sua beccaccia su legno celebrativa della nostra rivista. Quella di Scarciglia è un’intima passione che – come già abbiamo scritto su DIANA – lo porta a trasformare tronchi e bozze in selvatici e ambienti, con una naturalità e una (apparente) facilità, quasi che all’interno dell’essenza fosse già presente l’opera d’arte. Semplicemente in attesa che qualcuno, con l’abile tocco delle mani, la facesse nascere liberandola dell’involucro che la imprigiona.
Giulio Tasca
Nel panorama artistico animalier italiano, dedicato a soggetti venatori, Giulio Tasca rappresenta sicuramente un punto di riferimento. Per il secondo anno ha esposto le sue opere all’EXA, una fiera, dove è possibile tastare il polso dei cacciatori, tutti gli appassionati di caccia a palla non hanno potuto fare a meno di fermarsi a contemplare la sua ultima opera, un grande quadro (nella foto) raffigurante l’attacco a un bufalo cafro da parte di un gruppo di leoni che faceva da parete allo stand. Per poi passare all’interno ove erano esposte le sue creazioni dedicate alle nostre cacce, cervi, caprioli, camosci che s’inseguono, ferme su beccacce, cinghiali, galli forcelli e cedroni da cui si evince la grande passione per la montagna su cui è nato e cresciuto. La tecnica pittorica che percorre e per cui ha creduto e combattuto fino a ottimizzarne i risultati è la pittura acrilica su tavole di faesite trattate, per risaltarne al massimo la nitidezza fin da vicino del particolare. Giulio studia il singolo animale e l’ambiente in cui vive in maniera maniacale, per trasmettere sensazioni che solo la natura sa dare, alle sue opere abbina sempre cornici antiche e importanti, in grado di valorizzarle, tutte scolpite a mano così da rendere il quadro unico e irripetibile. All’EXA per la prima volta ha presentato le litografie dei suoi quadri, particolarmente apprezzate dal grande pubblico e dagli appassionati delle varie forme di caccia che finalmente hanno potuto acquistare un’opera di Giulio Tasca a un prezzo veramente abbordabile.
Cesare Rabitti
Cesare Rabitti è un amico storico della nostra rivista, scultore bolognese le cui opere in bronzo occupano sicuramente un posto di rilievo nel panorama artistico legato al mondo venatorio contemporaneo, allo stand potevamo ammirare splendidi cani, beccacce e altre sculture di scene di caccia e di animali sia a figura intera sia le sole teste. Cesare è sempre disponibile a spiegare le sue opere e a cosa si è ispirato per la realizzazione. Uscendo dallo stand non ci stupiremmo se uno dei suoi cani di bronzo prendesse vita e ci seguisse scodinzolando.
Roberto Bianchi
Non poteva mancare lo stand del pittore Roberto Bianchi, uomo del Cadore che dalle sue opere fa trasparire tutto l’amore per la montagna e le sue creature. La sua pittura a olio con tecnica realista e come dice lo stesso artista con le ultime pennellate cerca di regalare un’anima alle sue opere. Cervi e camosci e beccacce fanno bella mostra sulle pareti dello stand e sembrano voler uscire dai quadri per farsi conoscere dai cacciatori che passando non resistono alla tentazione di ammirarli e commentarli, ognuno avrebbe voglia di portarsi a casa un’opera di questo pittore.
Jaime Fortuna
Dal Portogallo gli azulejos di Jaime Fortuna, che, usando la caratteristica tecnica portoghese di pittura su ceramica, aveva esposte opere raffiguranti i principali soggetti venatori europei, alcune su una singola mattonella mentre altre si sviluppavano su più ceramiche, mi ha colpito in maniera particolare l’accuratezza e la sensazione di movimento trasmessa dagli uccelli dipinti dall’artista, emblematici due maschi di pernice rossa ritratti nell’atto del combattimento amoroso. Sicuramente un modo nuovo, per noi italiani, di veder rappresentati i selvatici oggetto della nostra passione.
Giusy Rampini
Di fronte allo stand Olimpia, c’era quello di Giusy Rampini, artista nata a Gardone Val Trompia, pertanto già con la caccia come marchio di fabbrica. Le opere esposte esprimo la grande passione per l’attività venatoria riuscendo a coglierne i momenti salienti, sia si tratti della ferma di un cane che del fremere di un animale appena scovato. La sua passione per la cinofilia le ha permesso di specializzarsi nel dipingere i cani da caccia, con particolare attenzione alla morfologia e agli atteggiamenti tipici delle varie razze. Da tutti i suoi quadri sia di cani sia di animali selvatici, con la sua caratteristica pennellata, trasmette i sentimenti provati del cacciatore durante l’azione di caccia. Molto apprezzati anche i plaid raffiguranti le sue opere, che contribuivano a rendere lo stand caldo e accogliente.