Arci Caccia: lo chiediamo a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del territorio. Dichiarazione di Andrea Severi, presidente dell’Arci Caccia di Roma e Provincia.
“Con una propria ordinanza il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino ha disposto a far data dall’otto novembre, la sospensione della pesca e della caccia rispettivamente nelle acque ricadenti all’interno della riserva statale del litorale romano e in tutto il territorio comunale. Per la caccia il divieto è previsto per i prossimi quindici giorni. Di fronte ad una decisione così repentina e drastica l’Arci Caccia, da sempre attenta alla buona gestione del territorio ai fini della tutela ambientale e faunistica, non al corrente di indicazioni specifiche provenienti dalle autorità scientifiche e sanitarie di controllo della regione, peraltro non indicate nel testo dell’ordinanza, chiede al Sindaco di sapere, ai fini di una corretta informazione ai cittadini, cacciatori e pescatori compresi, se l’ordinanza è frutto di considerazioni di ordine personale ed istintivo oppure dettata da motivazioni di ordine tecnico e giuridico.
Non si tratta di sminuire l’episodio per il quale si auspica l’immediata ricerca delle responsabilità per attivare il rapido corso della giustizia ma di avere la piena consapevolezza che nella penna del sindaco Montino allorché firmava l’ordinanza fosse ben presente il desiderio di dare piena ed efficace tutela della salute degli abitanti del territorio e non di colpire caccia e pesca per ragioni ideologiche e familiari. Se fossimo stati nei panni del Sindaco a dir la verità avremmo coinvolti cacciatori e pescatori della provincia e del territorio, avremmo consultato enti di ricerca e di monitoraggio, avremmo convocato d’urgenza un tavolo di confronto per assumere, anche con le parti interessate ad un possibile divieto, le decisioni conseguenti.
Per fare questa operazione sarebbe bastata una prima ordinanza, in via precauzionale, a firma del sindaco Montino che avesse la durata di due e tre giorni. Si è scelta invece una strada diversa e probabilmente le ragioni vanno ricercate altrove. Nel frattempo le attività private ed economiche del territorio già fortemente provate da insediamenti di industria leggera e pesante ringraziano per il danno conseguente alla sospensione dell’attività venatoria che in quel quadrante rappresenta un consistente indotto.
E visto che i “gatti” di Fiumicino, con tutto il rispetto, rappresentano meno consensi di quanto ne possono contare cacciatori ed operatori del settore, per quanto ci riguarda faremo in modo di rinfrescare la loro memoria a tempo debito poiché al salotto buono di famiglia non partecipiamo e tantomeno ci interessa farlo”.
L’Ufficio Stampa
Roma 12 Novembre 2014