Condanna e spese
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, sezione di Brescia, ha annullato una grossa fetta del regolamento di caccia di selezione al cinghiale relativo al CAC Prealpi Bergamasche. In pratica, è stata accolta l’istanza di 73 cacciatori, assistiti tra gli altri dall’avvocato Antonio Bana, con la conseguente condanna al pagamento delle spese (tra i 12mila e i 14mila euro).
Ordinanza regionale
I giudici sono andati ben oltre quella che finora era stata la giurisprudenza in materia, interpretando una ordinanza di recente pubblicazione, la 105 del 2023 emanata dalla Regione Lombardia (“Disposizioni per la prevenzione e il controllo della diffusione della Peste Suina Africana”).
Le parole di Bana
L’avvocato Bana, il quale è anche presidente di Assoarmieri, si è così espresso in merito: “È evidente in ogni caso l’inadeguatezza creatasi nel contesto del comitato sia sul piano giuridico sia faunistico. Il Cac si pone come unica nota stonata, in antitesi al coro globale del resto dei cittadini, che chiedono il depopolamento del cinghiale. I cacciatori di selezione, con i circa 1.500 capi abbattuti nel 2023, si sono dimostrati il più valido strumento per il contenimento di questa specie nociva e invasiva. È logico immaginare che Regione Lombardia, alla quale peraltro i giudici ordinano di eseguire la sentenza in esame, non potrà che prendere atto dell’illegalità formale degli atti del Cac di allora e di oggi“.