La mancanza di concertazione con il mondo venatorio su questo provvedimento è assolutamente inaccettabile. Gli interventi di controllo, per un buon 90% sono condotti dall’opera volontaria dei cacciatori, dalle cui tasche vengono integralmente anche i finanziamenti per le opere di prevenzione e per l’indennizzo dei danni. Per questo avremmo voluto che la Regione ci coinvolgesse nel processo decisionale, visto che la nostra disponibilità e collaborazione non è mai mancata.
Se fossimo stati coinvolti avremmo espresso i nostri dubbi sull’obbligo di intervento in controllo entro 24 ore, dubbi circa la fattibilità, non altro, e assoluta contrarietà all’intervento diretto degli agricoltori sui loro terreni, anticamera di quella caccia privatistica cara ad alcune Associazioni ma non alle nostre. Se fossimo stati consultati avremmo chiesto di passare questa, come altre questioni, al vaglio del Comitato Scientifico Regionale, previsto per legge, nominato ma mai convocato. Avremmo quindi dato il nostro apporto costruttivo, come sempre, nell’interesse dei cacciatori, degli agricoltori e dell’ambiente; perché siamo tutti ingranaggi di un sistema che quando viene a mancare un pezzo, inevitabilmente funziona male”.