Non si direbbe che la BAR abbia festeggiato nello scorso anno il suo cinquantesimo compleanno, non si direbbe perché tuttora il progetto di base resta una delle più brillanti soluzioni al problema di veder funzionare costantemente una carabina semiautomatica camerata anche per cartucce di notevole prestanza. Gli studi avviati a Herstal dal gruppo FN Browning nei primi Anni 60 avevano preso forma definita nel 1966 quando i primi esemplari erano stati distribuiti sul mercato riscuotendo subito un consenso di pubblico atteso, certo, ma forse nemmeno ipotizzabile agli inizi. Il progetto e l’esecuzione si erano resi garanti da subito di un’affidabilità pressoché totale conquistando i favori di una clientela che nella numericamente ridottissima concorrenza del tempo non aveva trovato simile rispondenza. I progetti di armi automatiche militari erano state tenute nel conto dovuto così che il punto di presa di gas nella canna, le masse in movimento, gli spazi e i tempi occorrenti al ciclo di sparo conferivano un equilibrio eccellente con la possibilità di ripetere i colpi mantenendo facilmente l’arma in mira; il sistema poi di estrazione e di espulsione, l’accuratezza dei particolari del caricatore completavano l’opera.
Negli anni 90 si dava una notevole rivisitazione alla BAR introducendo le due versioni Long e Short Trac per le due classi di cartucce sottese dalla .30-06 Sprg. e dalla .308 Win. Le modifiche erano principalmente rivolte alla calciatura, decisamente nuova dopo che la Benelli, unica concorrente italiana del settore, aveva esordito con l’Argo, un valido progetto sostenuto da un aspetto avveniristico che aveva fatto presa sul pubblico. La base meccanica non aveva richiesto aggiornamenti salvo elementi di dettaglio, ma molto comodi, come il fermo otturatore a serbatoio vuoto e la leva esterna per mandarlo in chiusura insieme a un richiamo visivo (punto rosso) per segnalare l’incompleto avanzamento dello stesso se azionato manualmente. I numeri parlano chiaro: si sono superati 1.100.000 pezzi venduti e non crediamo ci sia altro da aggiungere.