Prosegue la scia di segnalazioni di atti di bracconaggio che fortunatamente quasi mai restano impuniti e questi criminali vengono assicurati alla Giustizia.
L’ultimo caso è accaduto il 27 settembre scorso in Calabria, nelle pinete di Motta San Giovanni (RC); tre cacciatori di frodo provenienti da Reggio Calabria sono stati denunciati per l’abbattimento di specie particolarmente protette.
L’operazione si è svolta nell’area boschiva al confine tra i comuni di Motta San Giovanni e Montebello Ionico con la collaborazione tra il Nucleo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria e i volontari del settore Antibracconaggio della Lipu-BirdLife Italia.
I fatti hanno visto protagonisti tre bracconieri reggini e gli stessi volontari della Lipu che si trovavano nella zona per svolgere una vigilanza antibracconaggio. I tre cacciatori di frodo sono stati sorpresi mentre sparavano ai falchi migratori, in volo proprio sulle pinete della zona; una volta abbattuti i falchi venivano recuperati addirittura da un minore di 13 anni che poi trasportava gli animali in un sacchetto di plastica.
Accortisi di essere stati scoperti, i tra bracconieri sono saliti a bordo della propria auto ed hanno cominciato ad inseguire il gruppo di volontari; in tale circostanza, uno dei tre bracconieri, ha esibito ai volontari un tesserino della Polizia Penitenziaria intimandogli di mostrargli le foto che eventualmente lo ritraevano nella flagranza del reato. Nel frattempo un altro gruppo di volontari aveva già contattato il Corpo Forestale dello Stato comunicando la targa ed il modello dell’auto a bordo della quale viaggiavano i malviventi.
In poco tempo gli uomini del Nucleo Antibracconaggio e del Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria hanno provveduto a bloccare le strade di uscita dalla zona che i bracconieri avrebbero potuto percorrere per darsi alla fuga ed infatti poco dopo l’auto segnalata e’ stata intercettata con a bordo sia i tre adulti che il minore i quali però si erano già disfatti dei selvatici abbattuti.
Poco dopo però, nella stessa zona ove erano stati individuati inizialmente i bracconieri, è stato ritrovato il sacchetto contenente le spoglie di ben quattro falchi già macellati sul posto presumibilmente con l’intento di recuperarli nottetempo. La specie dei rapaci è stata riconosciuta anche grazie al rinvenimento nelle immediate vicinanze di parti del corpo dei volatili; inoltre è stato ritrovato un ulteriore corpo appartenente ad un falco di palude femmina che i tre rei non avevano ancora fatto in tempo a macellare.
I tre cacciatori di frodo reggini sono stati denunciati a piede libero per uccisione di specie particolarmente protette e i loro tre fucili da caccia con relative munizioni sono stati sequestrati dagli uomini della Guardia Forestale;Inoltre le licenze di caccia dei tre soggetti fermati sarà soggetta a sospensione o ancor peggio a revoca della stessa.
A quanto pare la condanna al bracconaggio e l’emarginazione di questi malviventi da parte del popolo dei veri e onesti cacciatori italiani non basta a porre fine al susseguirsi di questi atti a dir poco criminosi che non possono fare altro che aumentare il disprezzo per chi a sua volta disprezza il vero valore della caccia in Italia.