Il fenomeno del bracconaggio è sempre più diffuso in Puglia ma qualche bracconiere ha confessato alle Forze dell’Ordine che lo fa per procurarsi cibo in questo periodo di crisi.
Nel territorio regionale della Puglia, come in quello delle regioni Campania e Lombardia già da alcuni mesi il fenomeno del bracconaggio è andato risultato in forte aumento e forse una delle cause è il periodo di crisi che il nostro Paese sta attraversando. La maggior parte dei bracconieri si concentrano soprattutto in Puglia, e poi in Campania e Lombardia; secondo i dati in possesso del Corpo Forestale dello Stato, i casi di reato accertati nel biennio 2010-2012 sono circa 2.250 in totale; circa 1600 sono le persone denunciate in stato di libertà, dodici gli arresti e circa 500 perquisizioni, inoltre sono state più di 5000 le sanzioni per i illeciti amministrativi per un importo totale di circa un milione di euro.
Gran parte della causa dell’aumento del fenomeno del bracconaggio pare sia dovuto proprio alla situazione di crisi economica che l’Italia si trova ad attraversare in questo periodo. Il responsabile del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato, Claudio Marrucci, sulla questione ha affermato che “Nelle regioni del Sud Italia ci troviamo spesso di fronte a persone che cacciano per necessità. Qualcuno ci ha confessato che lo fa per procurarsi carne da mangiare”.
Proseguendo ha infatti spiegato Marrucci, “I piccoli uccelli che vengono catturati sono poi utilizzati dai ristoranti, soprattutto in Lombardia, in particolare nel bresciano dove si cucinano con la polenta, oppure vengono cotti allo spiedo”.
In genere oggetto di bracconaggio ci sono specie di avifauna migratoria come passeri, pettirossi o altre specie di volatili grandi più o meno quanto il palmo di una mano catturati dai bracconieri con sistemi di lacci reti da uccellagione e altre trappole occultate nei boschi tra gli alberi o in zone di passaggio degli uccelli.
25 febbraio 2013