Bracconaggio in aumento nella provincia di Piacenza, tra le ultime vittime una gru trovata ferita sulle sponde del Po.
Aumentano i fenomeni di bracconaggio nella provincia di Piacenza. Le vittime sono soprattutto caprioli, daini, cervi e cinghiali, cacciati nei periodi in cui l’attività venatoria è proibita, oppure senza le opportune licenze di caccia o ancora con mezzi non consentiti, come l’utilizzo di fari per l’illuminazione notturna, di lacci o munizioni spezzate che provocano una morte più lenta e dolorosa agli animali.
Le sanzioni in questi casi sono severe, si rischia anche l’arresto. Nel 2012 la polizia provinciale ha denunciato sette persone. Ma il fenomeno è difficile da contrastare: il territorio è esteso e gli agenti che vi operano sono sedici. Il 2013 si è purtroppo aperto con l’uccisione di un bellissimo esemplare di gru. L’uccello, appartenente a una specie migratrice molto rara sul nostro territorio, è stato portato dalla polizia provinciale di Piacenza al Centro recupero animali selvatici «Le Civette» del Parco dello Stirone, ma nonostante le cure prestate immediatamente dal personale, è deceduto.
Ora la Polizia provinciale di Piacenza svolgerà le sue indagini sull’accaduto: le modalità del ritrovamento sulla sponda piacentina del Po e le ferite riscontrate sull’animale, uno dei più grandi mai curati al Cras con i suoi due metri di apertura alare, lasciano supporre che si sia trattato di un deliberato atto di bracconaggio.
Stando ai primi accertamenti, lo sparo è avvenuto in territorio cremonese. La polizia provinciale precisa che l’abbattimento di questi animali da parte dei bracconieri fortunatamente non è frequente, l’ultimo caso risale a tre anni fa quando erano stati uccisi due cigni a Piacenza e Calendasco.
26 gennaio 2013
Fonte: Libertà.it