A Lampedusa due bracconieri sono stati sorpresi mentre cacciavano in area protetta addirittura senza essere muniti di regolare porto d’armi e con fucili prestati da altri.
Due cacciatori di frodo si sono introdotti in un area protetta sull’Isola di Lampedusa e si sono messi a cacciare utilizzando dei fucili prestatigli da conoscenti visto che non erano nemmeno in possesso del regolare porto d’armi; un terzo bracconiere è riuscito a far perdere le proprie tracce.
La segnalazione è pervenuta ai Carabinieri dai volontari della LIPU che utilizzando delle videocamere sono riusciti a riprendere i tre mentre cacciavano di frodo all’interno di una Zona a protezione speciale dove è vietata l’attività venatoria in ogni forma come previsto dallo stesso Calendario Venatorio della Regione Sicilia.
I locale Comando dei Carabinieri è stato immediatamente allertato ma prima dell’arrivo dei militari i tre si sono allontanati; in particolare uno di essi, comunque ripreso dalle telecamere, è riuscito a far perdere le proprie tracce mentre gli altri due sono intercettati nei pressi di una casetta di campagna dove avevano occultato i fucili.
I Carabinieri intervenuti hanno ritrovato le armi e 43 allodole abbattute; ciò considerato i due soggetti fermati sono stati denunciati a piede libero per porto abusivo di arma da fuoco, visto che non avevano il necessario titolo per il porto d’armi, e caccia in zona protetta.
Il terzo bracconiere datosi alla fuga resta ancora da ricercare mentre è stato denunciato a piede libero in stato di irreperibilità anche il titolare della armi prestate ai bracconieri per incauta custodia delle stesse ed al quale inoltre verrà revocato il porto d’armi. Le autovetture dei volontari LIPU sono state gravemente danneggiate presumibilmente dagli stessi bracconieri come rappresaglia per la denuncia dell’associazione.
A causa dei pochi controlli le isole di Lampedusa e Linosa, sono spesso meta di cacciatori di frodo sia locali che provenienti in gran parte dal nord Italia per cacciare migliaia di passeriformi di ogni specie, anche protette, che saranno poi destinati al mercato illegale della ristorazione settentrionale.