Due bracconieri sopresi nel Mezzano dalla Polizia Provinciale mentre cacciavano di notte in area protetta, tentano la fuga quasi investendo un agente.
Rocambolesca avventura per una pattuglia della Polizia provinciale di Ferrara, che ha portato alla denuncia all’autorità giudiziaria di due persone a caccia di frodo nelle valli del Mezzano, un centro pubblico di produzione della fauna in cui l’esercizio venatorio è sempre vietato. Durante un controllo notturno la pattuglia ha sorpreso due persone che, nonostante il divieto di caccia, erano in possesso di un’arma a canna lunga, una torcia elettrica e una lepre nel baule dell’auto. Alla vista degli agenti uno di loro ha cercato di liberarsi della carabina gettandola in un fosso, mentre l’altro è fuggito velocemente a bordo dell’automobile.
A questo punto uno dei tre agenti, sceso prontamente a terra, ha bloccato quello rimasto con il fucile in mano mentre gli altri due colleghi in divisa, a bordo dell’auto di servizio, si sono messi a inseguire il fuggitivo. Ne è scaturito un inseguimento concitato col rischio di collisione con l’auto del fuggitivo che, resosi conto di aver imboccato una strada senza uscita, ha effettuato un’inversione di marcia cercando di colpire l’auto della Polizia, salvo poi cercare di investire l’agente rimasto a fianco della persona con la carabina che, nonostante le segnalazioni con la torcia di servizio, è riuscito a fermarlo solo all’ultimo momento.
Alla fine l’auto è stata costretta a fermarsi e le due persone sono state sottoposte ai controlli. Oltre alla richiesta di documenti e al recupero dell’arma, gli agenti hanno rinvenuto la presenza di munizioni, di una lepre uccisa da poco e dell’astuccio per contenere l’arma a canna lunga. Conclusi i controlli, le due persone, una residente ad Argenta e l’altra a Lugo, sono state indagate, in concorso fra loro, per caccia di frodo e segnalate all’autorità giudiziaria.
“Esprimo il mio apprezzamento – commenta il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli – per l’ottima operazione a contrasto del bracconaggio, ma soprattutto per le doti professionali espresse dai colleghi, nel governare nel miglior modo una situazione molto delicata e rischiosa”.
9 novembre 2012
Fonte: La Nuova Ferrara