Addetto al controllo del cinghiale per conto del servizio provinciale Foreste e Fauna e bracconiere allo stesso tempo; sorpreso a Brione, in provincia di Trento, mentre cacciava caprioli in riserva.
Così l’ufficiale addetto al controllo degli ungulati è stato rimosso dal proprio incarico dal dirigente del servizio provinciale Foreste e Fauna, Maurizio Zanin, in quanto accusato di “aver esercitato la caccia al capriolo in violazione all’interdizione all’esercizio di tale caccia e al regolamento interno della Riserva comunale avendo omesso di effettuare gli adempimenti previsti a seguito della constatazione dell’avvenuto abbattimento di specie sottoposte a programmazione di prelievo”.
In poche parole, come ammette proprio il dirigente Zanin, si tratta di vero e proprio “bracconaggio”; inoltre nella determina con la quale si solleva dall’incarico l’ufficiale addetto, si fa riferimento ad una “violazione delle modalità stabilite per il controllo della fauna, attraverso l’omissione della denuncia di uscita al controllo del cinghiale”.
L’uomo era regolarmente abilitato al controllo del cinghiale in quanto aveva superato nel 2004 l’apposito corso di formazione organizzato dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia di Trento.
Proprio per la qualifica ricoperta l’uomo poteva operare all’interno delle riserve di caccia presenti nella sua zona ma a quanto pare al controllore non era ben chiara la mansione da svolgere in quanto è stato accusato ufficialmente di aver cacciato cinghiali irregolarmente anziché limitarsi a controllarli.
Al controllore-bracconiere è stata immediatamente revocata l’abilitazione al controllo del cinghiale ma potrebbe subire altre sanzioni salvo eventuale ricorso al TAR con esito favorevole.