La Lega Nord contesta l’eccessiva e costante presenza, nonchè l’operato, del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato nelle valli del bresciano.
Con l’inizio della stagione venatoria aumentano le polemiche che riguardano ogni aspetto della caccia, in particolare gli episodi di bracconaggio o considerati tali. Nel bresciano molti cacciatori legati alle antiche tradizioni considerano la pratica dell’uccellagione proprio come una tradizione facendo fatica a considerarla un reato.
Di conseguenza per questi nostalgici le missioni del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato sono ritenute un intromissione ed un ostacolo alla libertà di praticare una tradizione locale come l’uccellagione che però è considerato un reato. Proprio nella provincia di Brescia insiste la maggiore tradizione, illegale, di archetti e altre trappole per i piccoli uccelli migratori destinati soprattutto al commercio finalizzato alla gastronomia tipica tradizionale.
Gli esponenti politici della Lega Nord si sono mobilitati con una raccolta di firme per chiedere al Governo l’annullamento delle operazioni antibracconaggio del NOA; la petizione popolare è stata organizzata nella giornata di ieri, 22 ottobre, in piazza a Collio in provincia di Brescia proprio in Valtrompia dove a seguito dell’Operazione “Pettirosso” della Forestale sono stati individuati e denunciati 97 bracconieri che si aggiungono ad altre 93 comunicazioni di notizia di reato ed al sequestro di 4.500 tra archetti, trappole e reti nel bresciano su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia.
Per l’occasione il deputato Davide Caparini ha presentato un’interrogazione sulla questione al Ministero delle Politiche Agricole dal quale dipende proprio il Noa; l’iniziativa della Lega Nord non vuole contestare l’effettiva presenza del Noa nella provincia ma il fatto che “le guardie forestali vengano fiancheggiate con procedure irrituali e discutibili da gruppi di volontari, anche stranieri, che si rogano il diritto di svolgere attività demandate alle forze dell’ordine”.
Il consigliere regionale Alessandro Marelli pone l’attenzione anche sul problema di sperpero di risorse pubbliche e commenta critico: “Non c’è bisogno del NOA in zone già presidiate dai forestali dei distaccamenti bresciani e dagli agenti di Polizia provinciale e locale. La campagna anti-bracconaggio costa 50 mila euro al mese. Sarebbe più opportuno investire questo denaro in attività prioritarie del corpo forestale locale”. Viene poi contestato dalla Lega l’approccio con comportamenti ritenuti “vessatori e inquisitori degli agenti del Noa verso la popolazione locale”.
Nonostante il pensiero sia comune tra gli esponenti della Lega e di una parte della popolazione delle valli bresciane, il Governo pare non sia della medesima idea e così, in occasione delle recenti celebrazioni per il 189simo anniversario del Corpo Forestale dello Stato, proprio il ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, ha ribadito che il NOA è “un presidio strategico nella difesa della natura e dei tesori ambientali della comunità”.
Inoltre dall’inizio di quest’anno il gli uomini del Corpo Forestale sono stati ufficialmente inseriti nell’organico delle sezioni di Polizia Giudiziaria delle Procure di tutta Italia apportando così una maggiore efficienza nel contrasto a reati come il bracconaggio e l’uccellagione.
L’ex Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, già a suo tempo, nel pieno delle funzioni derivanti dal Dicastero competente per il Corpo Forestale, sembrò anticipare le risposte alle odierne polemiche leghiste precisando che il NOA è una struttura della Forestale che “dirige e coordina le operazioni antibracconaggio a livello nazionale“.
Inoltre le attività del NOA non comportano alcun aggravio di spesa in quanto, a dire di Galan, è tutto già previsto a livello Nazionale per le attività antibracconaggio in Italia e non vengono assegnati fondi aggiuntivi. Infine Galan sottolineava la professionalità ed il pieno rispetto delle regole da parte degli uomini del NOA e dei propri ausiliari.