Due bracconieri sono stati denunciati, a seguito di indagini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Ancona, per bracconaggio, possesso illegale di armi e possesso di mezzi di cattura vietati.
Nel corso di una operazione che ha avuto inizio lo scorso mese di aprile e che ha visto coinvolti gli agenti dei Comandi Stazione Forestale di Sassoferrato, Genga, Fabriano, Arcevia e Jesi nonché del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Ancona e con la collaborazione del personale di vigilanza dell’Ente Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi sono stati denunciati due bracconieri, un allevatore di 55 anni di Castelleone di Suasa (AN) ed un pensionato ex artigiano di 65 anni di Genga, per illecita attività venatoria nei parchi naturali praticata con mezzi vietati ed in periodo di divieto generale, uccisione di specie animali ed introduzione di mezzi di cattura illegali nonché alterazione di armi, omessa custodia di armi, detenzione di armi e munizioni a palla non denunciate all’autorità di Pubblica Sicurezza. Tutto il materiale rinvenuto in possesso e nella disponibilità dei due bracconieri a seguito di perquisizione è stato sequestrato a loro carico dalla Forestale.
I due soggetti erano finiti nel mirino delle Forze dell’Ordine già dallo scorso mese di marzo a seguito della scoperta di alcune trappole, cinque lacci per la cattura di animali selvatici, posizionate all’interno del Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.
L’attività di indagine ha permesso di individuare gli artefici dell’attività di bracconaggio nei due soggetti in questione pertanto la Forestale ha potuto richiedere alla Procura della Repubblica di Ancona apposito decreto di perquisizione e sequestro poi eseguiti nel corso dell’operazione.
La prima perquisizione ha permesso di rinvenire e sequestrare due carabine e tre fucili da caccia alcuni dei quali muniti di silenziatore, cinque ottiche da puntamento quattro delle quali adatte al tiro notturno, 122 cartucce a palla di vario calibro non denunciate all’Autorità di Pubblica Sicurezza, dodici lacci metallici identici a quelli reperiti in bosco, quattro apparati ricetrasmittenti, dieci sacchi di carne congelata appartenente a selvaggina presumibilmente cinghiale e capriolo, una trappola a gabbia di costruzione artigianale e vario materiale da caccia quali torce, supporti, cavalletti, e forchette per tendere i lacci e filo di ferro.
Anche la seconda perquisizione ha dato esito positivo in quanto nella disponibilità del secondo indagato sono state rinvenute 175 cartucce a palla e 165 a munizione spezzata di vario calibro nonché polvere da sparo non denunciata all’Autorità di P.S., un silenziatore artigianale adattabile ad un fucile da caccia, otto fucili da caccia di vario tipo tra semiautomatici, doppiette e carabine, un fucile semiautomatico Browning non denunciato e lasciato incustodito in una stanza aperta e facilmente accessibile, quattro visori notturni e puntatori, una balestra completa di dardo e punta da caccia, trappole tra cui due tagliole, quattro lacci metallici ed una gabbia a scatto utilizzate per la cattura fraudolenta della selvaggina, tre radio ricetrasmittenti, ed anche in questo caso carne congelata di selvaggina riportante evidenti lesioni causate da un’arma da fuoco.
Il Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Ancona, Giancarlo D’Amato, ha commentato in conferenza stampa sull’operazione, “Stiamo facendo ulteriori accertamenti per scoprire la pericolosità delle munizioni reperite ed eventualmente ipotizzare il reato più grave di detenzione di armi da guerra”.