Siamo al solito paradosso italico o se volete Toscano ma è ora di dire con forza che il vaso è colmo: da un lato leggiamo e ascoltiamo appelli quotidiani di agricoltori, associazioni Agricole e cittadini per ridurre e calmierare la popolazione di cinghiale in Regione Toscana che invade e distrugge non solo le campagne e le coltivazioni ma anche i centri urbani con il pericolo di incidenti stradali e dall’altra il TAR della Toscana che, su ricorso di WWF LAV e LAC sospende in via cautelare fino al 17 settembre prossimo la forma della braccata quale metodo di controllo delle popolazioni di cinghiale.
In pratica il TAR, su richiesta di WWF et ali, sospende la forma di prelievo e di controllo del cinghiale che in Regione Toscana raggiunge ed è responsabile dell’80 % dei cinghiali abbattuti cioè rimossi dall’ambiente e dalle campagne! Leggiamo purtroppo nella sentenza che secondo i Giudici Amministrativi del TAR il provvedimento Regionale “non sembra dimostrare sufficientemente l’inefficacia dei metodi ecologici nel controllo dei cinghiali, né motivare congruamente lo scostamento rispetto al parere negativo di ISPRA con particolare riferimento al rischio di redistribuzione dei cinghiali stessi sul territorio”
Riteniamo inaccettabile questo tipo di pronunciamento e invitiamo le Associazioni agricole di categoria a far sentire forte la propria voce nei confronti dell’Assessorato affinché venga approvato in tempi bervi un nuovo provvedimento che scavalchi le obiezioni ISPRA, superando al contempo la sospensione del TAR e consenta una veloce ripresa delle operazioni di contenimento della specie cinghiale anche attraverso la forma della braccata che per alcune colture estensive come il mais rappresenta sovente l’unica forma di contenimento possibile.