Una replica dovuta
Lo scorso 25 agosto l’Ambito Territoriale di Caccia Ascoli Piceno ha reso noto il ripopolamento di starnotti con un prospetto di immissione ben preciso. La scelta ha indispettito la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) che ha chiesto a gran voce di rivedere la decisione, intavolando la classica polemica a cui questo ente ha abituato da tempo. Lo stesso ATC non ha però gradito l’intromissione della Lega, affidando a un lungo comunicato le proprie ragioni e punti di vista.
La presa di posizione contro la LIPU
Questo è quanto messo nero su bianco dall’ATC Marchigiano: “Si è sempre molto combattuti se rispondere o meno alle solite stucchevoli (e pretestuose) accuse di mala gestione che vengono fuori puntuali in prossimità dell’apertura di una nuova stagione venatoria, provenienti dalle solite associazioni ambientaliste che con un termine oggi in auge potremmo definire amichevolmente… radical chic. Sì, perché da un lato c’è la necessità di dare al cittadino una corretta informazione e difendere il lavoro di chi, con tanti sacrifici, porta avanti una passione e lo fa nel pieno rispetto della legge… e dall’altro il desiderio di non dare troppa pubblicità a chi sul territorio, tra gli agricoltori o a fianco delle istituzioni, non si vede praticamente mai“.
Ulteriori chiarimenti
L’ATC ha anche aggiunto: “Non volendo entrare in tecnicismi forse poco interessanti per i più, potremmo semplicemente ribadire che tali immissioni sono state regolarmente autorizzate dalla Regione Marche con DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SETTORE POLITICHE FAUNISTICO VENATORIE E ITTICHE n. 396 del 12 luglio 2022. Secondo il Programma di gestione attiva della specie starna (perdix perdix) previsto dal Piano Poliennale (prot. 0351681 del 31/03/2021) e annuale 2022 dell’ATC Ascoli Piceno (prot. 0385757 del 31/03/2022). Tutti documenti, questi, conformi al Piano Faunistico Venatorio Regionale Marche. Piano che ha recepito e difatti applicato tutte le direttive dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Tanto invocato, secondo comodo, dai nostri amici ambientalisti. Potremmo tuttavia ribadire che non corrisponde al vero parlare di rilascio di selvaggina come regalia per la pratica cinofila dei cacciatori visto che, calendario venatorio alla mano, fatta salva qualche giornata a settembre, il periodo destinato all’allenamento dei cani in periodo venatorio si conclude praticamente tra pochi giorni. Non corrisponde al vero sottintendere che gli animali immessi non sono sani poiché sono stati controllati durante tutte le fasi di crescita in allevamento. E sono provvisti, al rilascio, della necessaria documentazione sanitaria. I rilasci vengono effettuati in siti idonei per caratteristiche ambientali con punti di abbeveraggio e fonti per il sostegno alimentare“.