ACL ha sottolineato come la volontà politica conti praticamente zero di fronte alla burocrazia. Sembrava che l’assessore fosse pronto a firmare questa delibera, in realtà i cacciatori lombardi dovranno fare i conti con il sesto anno senza caccia in deroga, senza richiami, con un calendario venatorio restrittivo e un drastico calo dei cacciatori. Secondo l’associazione, sarebbe questo il vero obiettivo della classe politica, ormai sempre più focalizzata sulle questioni animaliste. Il sostegno politico avviene soltanto a parole, ma le tradizioni (roccoli in primis) stanno sparendo.
Con l’autonomia regionale del referendum, la caccia potrebbe ottenere riscontri positivi, ma il Sì alla tornata elettorale è ancora incerto in quanto a conseguenze. ACL non ha dato alcuna indicazione di voto, ma ha ricordato come la caccia sia una passione legittima e una tradizione storica. La paura è che nei prossimi mesi la deriva animalista impinga altri vincoli e paletti. La conclusione del comunicato è a dir poco amara: “Abbiamo capito una cosa, ovvero che la politica sulla caccia è un grande bluff e che i cacciatori continuano ad essere strattonati per la giacchetta“.