Insulti, offese, spintoni e un capanno distrutto. È quanto accaduto domenica scorsa durante il raid di una decina di animalisti contro alcuni cacciatori nell’area del Biron di Sotto, al confine tra Costabissara, Monteviale e Vicenza. Alcuni appassionati che stavano praticando l’arte venatoria sono stati insultati e strattonati da un gruppo di persone vestite di nero e con il volto travisato, probabilmente legate ai movimenti animalisti più integralisti. Sui quattro episodi registrati stanno indagando gli agenti della polizia provinciale, della questura e i carabinieri. In base alle ricostruzioni, nel primo caso un cacciatore che si trovava nei campi, intorno alle 9.30, ha notato il gruppo, composto da uomini e donne, che si avvicinava.
«Me li sono trovati davanti, erano in quattro, mi hanno detto che sono un assassino e un delinquente – racconta l’appassionato -. Erano come belve. Avevano il volto travisato, si vedevano solo gli occhi». Il cacciatore ha quindi preferito tornare a casa. Successivamente è tornato al proprio capanno, trovandolo distrutto. Un caso analogo ha coinvolto un altro cacciatore lungo l’argine del torrente Dioma, apostrofato sempre dagli animalisti. L’uomo ha chiamato il 113 e sul luogo della segnalazione sono intervenuti gli agenti delle volanti della questura. Un terzo contatto è avvenuto ancora nell’area del Biron di Sotto, dove alcuni appassionati, che stavano procedendo con i loro segugi, sono stati offesi dagli attivisti. Anche in questo caso i cacciatori hanno preferito allontanarsi.
L’ultimo episodio, nel territorio di Monteviale, ha visto come protagonista un cacciatore di Costabissara che si trovava nel proprio capanno. Gli animalisti si sono avvicinati, ma stavolta sono passati alle vie di fatto. Il gruppo ha infatti liberato dalle gabbie quattro allodole da richiamo, mentre alcuni hanno strattonato il cacciatore. Alla fine, l’uomo ha sporto denuncia ai carabinieri di Dueville. Un sopralluogo è stato eseguito anche dagli agenti della polizia provinciale, che in queste ore stanno esaminando i casi e compiendo accertamenti. Non è la prima volta che nella zona si registra un’incursione di gruppi integralisti: l’anno scorso, a novembre, altri attivisti si erano resi protagonisti di un raid simile.
In quell’occasione, i responsabili erano stati identificati dalle forze dell’ordine. Quest’anno, però, dall’apertura della stagione venatoria, si tratta dei primi episodi. La paura è è che il gruppo possa colpire ancora. «Siamo preoccupati da queste situazioni – spiega il comandante della polizia provinciale di Vicenza Claudio Meggiolaro -. C’è il timore che qualcuno possa reagire in maniera sconsiderata. Per fortuna la gente è ragionevole; in ogni caso, di fronte ad episodi come questi, raccomandiamo a tutti i cacciatori di fare attenzione e avvisare la forza pubblica» (Il Giornale di Vicenza).
Caro comandante Meggiolaro, se lei tornando a casa si trovasse accerchiato da quattro soggetti incappucciati che lo minacciano, sospetterebbe che potrebbe trattarsi di quattro malviventi pronti a farle del male ed a rapinarla? Io si, se mentre sono nel bosco a caccia, quattro travisati vestiti di nero mi si avvicinano con fare minaccioso, strattonandomi anche. Quindi, se in una situazione del genere, sparassi al loro indirizzo un paio di fucilate, non la definirei reazione sconsiderata, ma legittima difesa. Stessa cosa, se lei, nell’analoga situazione prima descritta, estraesse l’arma d’ordinanza e ne butterebbe un paio a terra. Caro comandante è facile parlare da dietro la scrivania. Cordiali saluti.