Dalla ditta RA, il settore della Redolfi Armi di Manerbio (BS) che cura la distribuzione di marchi attinenti il mondo armiero, abbiamo avuto in prova due interessanti versioni della carabina B14 allestita dalla spagnola Bergara. L’azienda, in decisa espansione a partire dalla fine degli Anni 60, mantiene favorevolmente presente a livello internazionale il distretto di Eibar e ha ultimamente dilatato la propria azione aprendo una propria sede negli USA, il mercato che a ben vedere assorbe la parte maggioritaria delle vendite, in particolare per le canne lunghe rigate. I due modelli di B14 sono analoghi nell’azione, differenziandosi spiccatamente nella canna e nella calciatura: l’Hunter predisposto per la caccia in battuta o comunque per distanze medio vicine, il Varmint con impostazione per i tiri lunghi, siano essi venatori o di poligono. Presentiamo insieme i due fucili per quanto rappresenta la loro base comune, con le digressioni opportune per i particolari che li differenziano.
Castello e otturatore
Seguire una strada classica e garante di buoni risultati pone subito su un piano privilegiato per il rendimento e per la possibilità di contenere i prezzi, due fattori che nei fucili rigati toccano i precordi degli appassionati. La Casa spagnola ha optato per un’impostazione tradizionale con quelle varianti che si rivelano funzionali caratterizzando il prodotto: la fama di affidabilità operativa che le carabine Bergara hanno conquistato in questi anni è ben nota e con essa la quotazione molto allettante. Vediamo quindi il castello con anello filettato per accogliere la canna, i fianchi arrotondati con a destra la finestra di espulsione a filo dell’apertura nel fusto, fianco sinistro con spianatura che movimenta esteticamente l’insieme evidenziando il marchio aziendale, ponte posteriore a due diametri.
Due le misure proposte dall’azienda secondo la prassi statunitense, adatte alle cartucce della serie .308 Win. o .30-06 Sprg. e qui naturalmente è adottata la prima vista la cameratura di entrambi i fucili per la versione civile del la 7,62×51 Nato. Nei due punti apicali, anello e ponte, sono predisposte le due coppie di fori adatte al montaggio delle basi di un’ottica: seguono lo standard Remington e ciò facilita molto il reperimento della componentistica desiderata.
Nella situazione esaminata si è andati ben sul sicuro adottando basi e anelli dei Fratelli Contessa mentre per le ottiche si ripropongono le Delta polacche, sempre distribuite dalla RA di Redolfi: una scelta anche qui dove funzionalità e prezzo si rivelano invoglianti. L’otturatore cilindrico presenta le usuali due alette in testa, ben dimensionate: in quella destra è praticata la fresatura longitudinale abbinata alla nervatura sporgente all’interno del castello, facilitando così lo scorrimento senza gli sbandamenti laterali. Sempre nella stessa aletta è incassata in una sede a T l’unghia di estrazione che lavora ortogonalmente mentre nella faccia ribassata spicca il foro nitido del percussore e, a fianco, il nottolino a molla dell’espulsore. Il corpo cilindrico è percorso da nervature a spirale: raccolta di eventuale sporco, irrigidimento e una conveniente estetica le funzioni che si possono assegnare al particolare.
Il manubrio è saldato alla parte centrale con una base a semianello da cui parte il braccetto a sezione prismatica arrotondata su cui è avvitato il pomolo tondo conico con zigrinature di presa: la miglior soluzione in alternativa alla classica sfera. Nella rotazione di apertura avviene il contrasto fra la base del manubrio e il profilo posteriore del ponte: la giusta angolatura attua l’estrazione primaria. All’interno dell’otturatore sono inseriti percussore e molla coassiale: il codolo con riferimento rosso sporge, in armamento, dal tappo apicale modellato con cura e personalità.
Nel lato destro della testa del calcio è inserita la leva della sicura a due posizioni: il tasto con rigatura antiscivolo può venir azionato facilmente quando si è in punteria, risulta silenzioso e consente, a inserimento avvenuto, di aprire l’otturatore per estrarre un’eventuale cartuccia mantenendo bloccati lo scatto e il percussore. Da ultimo osserviamo sul fianco sinistro del castello il tasto a bilanciere per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa: un sistema che preferiamo rispetto alla pressione sul grilletto che vediamo bene solo per sparare.
Canna e calciatura
Le canne in acciaio 4140 CrMo differenziano i due modelli: il primo con soli 52 cm di lunghezza (passo 1:10”) e 16,6 mm di diametro in volata si presta a tiri di stoccata o a una caccia in bosco dove la maneggevolezza e la rapidità di messa in mira si rivelano preminenti, favoriti anche dal peso contenuto in 3200 g e dalle forme classiche della calciatura in sintetico, ottenuta da iniezioni di resine speciali nella base in fibra di carbonio e rinforzi in fibra di vetro. Il secondo mostra un’impostazione da varmint (come dice chiaramente il modello) già nella calciatura con impugnatura a pistola molto allungata, appoggia guancia maggiorato e rialzato, fusto squadrato: tutto per un fermo appoggio sul bancone del poligono alla ricerca della rosata più stretta oppure sullo zaino cercando il colpo risolutivo sul selvatico prescelto.
La canna misura 61 cm con sezione in volata di 21,2 mm e passo di rigatura sempre di 1:10”. Quanto alla lavorazione osserviamo il raddrizzamento della barra entro misure molto contenute; in seguito si procede alla foratura e successivamente alla rigatura a 6 principi seguita dall’ogivazione che distende e compatta le fibre metalliche senza indurre tensioni e assicurando la lucidità ottimale della superficie. Le lavorazioni fornite da macchinari di vertice consentono la coassialità fra camera e anima, l’ortogonalità della battuta del fondello sulla faccia dell’otturatore e una corretta finitura dell’egresso delle righe. L’esterno della canna poi mostra delle profonde scanalature:non si deborda così nel peso complessivo e si garantisce una rigidità pari a quella di uno stesso manufatto a sezione tonda di identica misura esterna con un’estetica grintosa e accattivante. Da ultimo si nota il montaggio del freno di bocca.
Scatto e caricatore
Lo scatto diretto è molto simile fra i due modelli e si posiziona fra i 1400 g dell’Hunter e i 1200 del Varmint: a vista sembrerebbero valori un poco elevati per chi è abituato allo stecher, ma nell’uso la nitidezza dello sgancio fa premio assicurando una totale soddisfazione. Si riesce facilmente a mandar via il colpo scegliendo l’istante topico oppure a farsi sorprendere dalla sua partenza attuando la punteria, controllando la respirazione e aumentando progressivamente la pressione sul grilletto finché, questione ovviamente di attimi, il rombo ci sorprende: molto piacevole.
Notevole la precisione rilevata sulla distanza dei 100 metri al Vecchio Poligono di Castellinaldo, presso Canale d’Alba (CN) sotto la direzione del proprietario, l’amico Nicola Vecchio (tel. 333 384 8500): l’assicurazione della Casa circa il mantenimento del MOA a tale metratura con cartucce di fabbrica tipo Match è ampiamente garantita. Il calciolo Crush Zone® in gomma morbida ad assorbimento di energia concede un qualcosa in più nella piacevolezza di impiego. I caricatori staccabili realizzati in polimero stampato contengono 4 cartucce cui si somma quella eventualmente camerata: comoda la leva esterna per lo svincolo posta davanti alla guardia e sotto al fusto.
In finale
Nelle prove abbiamo potuto apprezzare tutti i particolari meccanici e balistici delle due carabine insieme alla validità delle ottiche Delta sia per l’impianto ottico che per la meccanica: non abbiamo avuto necessità di particolari spostamenti del riferimento e nemmeno il tempo materiale per la prova del quadrato che ci ripromettiamo di effettuare quanto prima in una prossima sessione di tiro. Siamo certi che anche in questo caso avremo molte soddisfazioni.