Pappardella con polpa di cinghiale banche è stato il piatto che ha trionfato nella prima edizione del concorso “Piatti… selvatici, il cinghiale” organizzato dalla Federcaccia di Bergamo in collaborazione con la Vittorio Cerea Academy- Istituto Galli.
Il protagonista assoluto è stato il cinghiale e l’uso innovativo delle sue carni in cucina. I giovani chef, pur essendo alle prime armi, non si sono fatti intimorire. Senza paura di osare hanno creato ricette innovative, pur dovendo confrontarsi con un alimento a cui non sono abituati. La carne di cinghiale, per chi non è esperto, non è facile da trattare. Elena Grieco e Alessia Bonetti, studentesse del primo anno, hanno battuto i compagni di corso, conquistando la vittoria proprio con le pappardelle. Nelle ricette dei giovani ragazzi non sono mancate influenze sudamericane ed estere, come il Chili con carne di cinghiale che ha conquistato il secondo posto o tacos di salsiccia all’italiana. Per poi ritornare ai sapori del nostro territorio come nel nodino di cinghiale croccante con mandorle, pistacchio, panna cotta allo zafferano, patate rosse di Martinengo e Pomodorino Confit o nelle pappardelle di cinghiale mediterranee. Anche se non tutte le ricette sono riuscite a salire sul podio, l’organizzazione ha premiato l’impegno dei ragazzi con un attestato di partecipazione.
L’evento ha raccolto il plauso degli organizzatori e degli ospiti, ha cercato di porre l’attenzione sulla selvaggina patrimonio italiano che affonda le sue radici nella tradizione alimentare italiana. La speranza è quella di fare in modo che gli addetti ai lavori riescano a far passare l’importanza della carne.
Il selvatico fa parte di una lunga tradizione alimentare bergamasca e per questo motivo deve essere tramandata anche alle generazioni future. “Sta allo chef valorizzare un prodotto a km zero e bio di assoluta eccellenza – ha affermato Lorenzo Bertacchi, presidente provinciale della Federcaccia bergamasca – il ruolo del cacciatore deve tornare all’origine, procacciar, non per sport o divertimento, se non c’è il fine del cibo poi in questo caso attraverso una filiera organizzata. Il cinghiale è un problema, ma può diventare una risorsa per tutti se correttamente gestito”. Non ci resta che aspettare la seconda edizione in cui gli chef del futuro si cimenteranno con una nuova carne appartenente alla tradizione culinaria bergamasca e italiana.