La Beretta è in finale per vincere la mega commessa per la produzione del nuovo fucile d’assalto dell’esercito americano. Se a gennaio la scelta cadrà sulla cordata formata da Beretta, General Dynamics e True Velocity l’azienda di Gardone Valtrompia si porterà a casa un affare che può arrivare a valere 5 miliardi di dollari. La sfida, come riportato ieri da Repubblica, è stata lanciata dal Pentagono: i militari americani quando si combatte nel faccia a faccia col nemico non sono i migliori. Serve un’arma che dia la possibilità all’esercito di colpire da una distanza di sicurezza superiore ai seicento metri. Alle aziende che hanno partecipato al bando, tra le quali appunto il marchio bresciano, il Pentagono ha fornito la nuova munizione da 6,8 millimetri (con cui vuole rimpiazzare i calibri 5,56 e 7,62) e, nella pratica, ha detto alle case produttrici di costruire il nuovo Ngsw (next generation squad weapons) intorno al proiettile.
E così la cordata della Beretta ha fatto: in questo modo è nato l’Rm277 A e Ar. La novità è che questo fucile usa il bullpup che consente di avere una canna più lunga senza aumentare la dimensione dell’arma. Il risultato è quello voluto e cioè che si è in grado di sparare con più potenza e precisione a una distanza maggiore. Tra le caratteristiche del nuovo fucile ideato dalla Beretta c’è anche il potenziale effetto di deterrenza: il nemico, vedendo il militare americano minuto di tale fucile potrebbe decidere di non attaccare. Inoltre le cartucce sono senza metalli pesanti nocivi per la salute dei soldati e sono più leggere del 30-40 per cento rispetto a quelle in ottone. Bisognerà pazientare fino almeno all’inizio del nuovo anno (le prime ordinazioni saranno ad aprile e le consegne a fine 2023) per vedere se alla fine la cordata della Beretta riuscirà a spuntarla sull’altro sfidante in gara, e cioè Sig Sauer.
Al bando avevano risposto una ventina di case che però sono state eliminate. Un paio di settimane fa sono state presentate le ultime proposte da tre gruppi: LoneStar Future Weapon – di cui fanno parte Beretta, General Dynamics e True Velocity – Sig Sauer e Textron. Quest’ultima però pare abbia rinunciato alla gara e così le aziende che proveranno a portarsi a casa la commessa sono rimaste in due. Se sarà la Beretta a spuntarla per l’azienda bresciana – che produrrà il fucile in Tennesse – sarà una svolta epoca viste le dimensioni della commessa. Chi vince infatti fornirà sì i fucili all’esercito americano (che ora utilizza l’M4) ma dovrà fornire anche le munizioni.
Ma non solo. Il giro d’affari potrebbe essere molto maggiore: va da sé che una volta in dotazione all’esercito Usa saranno tante le nazioni che dovranno – il nuovo proiettile potrebbe infatti cancellare il calibro Nato obbligano così i Paesi membri dell’Alleanza a considerare il fucile Ngws – o vorranno comprare il nuovo fucile. Quella tra la Fabbrica d’Armi di Gardone Valtrompia e l’esercito americano è una collaborazione ormai pluridecennale. Le Beretta M9 sono state le pistole d’ordinanza dei militari Usa per trentadue anni e sono andate in pensione nel 2017 (Corriere della Sera).