Che il diamante sia il punto massimo di riferimento per tutto un insieme di fattori positivi lo si è stabilito oramai da parecchi secoli e puntualmente la Benelli, nella sua esposizione sul nuovo trattamento, cita l’Imperatore Massimiliano d’Asburgo che nel 1477 dona alla promessa sposa Maria di Borgogna proprio un diamante quale pegno per la loro prossima unione. Le entità che raccolgono un corale apprezzamento racchiudono solitamente in sé valori materiali e immateriali per cui le peculiari caratteristiche che definiremmo poco elegantemente tecniche sono tuttavia di tale portata da far convogliare sul soggetto le brame, i desideri, addirittura gli ideali di un numero enorme di persone. Simpatica assai, e molto veritiera, la considerazione che chiude quest’apertura sul diamante: peccato che l’esimia Maria d’Asburgo non abbia potuto, per manifesta indisponibilità, ricambiare l’augusto dono con un Benelli.
Veniamo ora alla realtà odierna quando in una particolare ricorrenza il nostro omaggio alla consorte, usualmente in tema, se non in entità, con quanto mostratoci dall’Imperatore, viene da lei ricambiato, solitamente i figli sono artefici della scelta, con un fucile, e se è un Benelli ci si dispone sulla poltrona abituale spacchettando ritualmente il magnifico e munifico regalo. Oggi in un ipotetico dono si può salire un gradino in più dell’usuale prendendo in esame il semiauto Benelli Raffaello con il trattamento esterno della canna denominato Be.S.T. cioè Benelli Surface Treatement. Se analizziamo i motivi del trattamento superficiale di una canna osserveremo come sia necessario un qualcosa che protegga il metallo da ossidazioni, abrasioni e usura: il clima e l’ambiente venatorio sembrano creati apposta per aggredire l’acciaio e quindi la classica brunitura ha fornito fino ad oggi un valido mezzo protettivo. Ciò non è sufficiente perché si desidera che l’aspetto estetico abbia quella classe che la brunitura conferisce, esaltando la finitura sottostante del materiale, cosa che la verniciatura non fa, esponendo oltretutto un colore scuro che ben lega con il legno della calciatura.
Il nuovo ha un grande futuro
Di sicuro la brunitura proseguirà ancora per parecchio tempo, ma il trattamento Be.S.T. inizierà a far scuola perché la resa in termini di praticità è al massimo grado e l’estetica la affianca con pari apprezzabile innovazione. Merita quindi disquisire con una breve esposizione su come si sia raggiunto tecnicamente questo traguardo. Il processo adottato da Benelli fa uso di una tecnologia ibrida, fortemente innovativa, messa a punto recentemente e tuttora in fase evolutiva per dare un rivestimento con caratteristiche simili a quelle del diamante: quindi durezza al massimo grado, estetica altamente raffinata, resistenza alla corrosione senza richiedere interventi con olio protettivo. Inoltre il processo per deporre tale strato è ecologico non avendo emissioni reflue e viene condotto nello stabilimento di Urbino con un impianto altamente sofisticato, realizzato interamente in Italia su specifiche proprio della Benelli. L’operazione avviene tramite sorgenti ioniche allo stato solido di ultima generazione, con deposizione di strati compatti in cui sono assenti i difetti puntiformi, che potrebbero dar luogo a iniziali corrosioni, come per contro avviene con altre tecnologie. In un’altra sezione dell’impianto si impiega una sorgente di plasma a radiofrequenza grazie a cui si dissociano i precursori gassosi introdotti in camera, creando le premesse per la loro deposizione. Il processo adottato da Benelli impiega un precursore liquido, coperto da segreto industriale, vaporizzato prima di venir immesso in camera. Questo precursore liquido, detto diamantoide, ha le proprietà di realizzare uno strato esterno simile al diamante contenendo catene di idrocarburi in cui il carbonio forma legami del tipo sp3, peculiari proprio del diamante. Lo strato depositato presenta un reticolo carbonio idrogeno in una microstruttura amorfa, è molto duro e risulta chimicamente inerte. Diversamente la superficie dell’acciaio su cui si deposita ha microstruttura cristallina, è chimicamente reattivo ed relativamente tenero: ne risulta una bassa adesione per la ridotta affinità chimico fisica con il substrato. Si rende necessario un interstrato in cui le caratteristiche mutano da metalliche a intermetalliche simili nelle proprietà di durezza, tenacità, resistenza al calore, all’usura e alla corrosione proprie del diamante.
Abbiamo esposto la fase peculiare della deposizione, ma a questa precedono e seguono altri trattamenti, assai complicati e tali da aver dissuaso molti dal perseguire l’obiettivo. Inutile dire come il successo raggiunto in Benelli sia frutto di una determinazione fuori dal comune: le lavorazioni sono computerizzate e solo personale altamente qualificato, con laurea specifica, segue questo procedimento. L’ultima finitura consente a questo materiale di raggiungere una brillantezza, un senso di compiutezza e una profondità di tinta tali da far apparire quasi grigia una canna con la classica brunitura. Le prove condotte a caccia e negli ambienti più infelici, come le zone prossime al mare e quindi con nebbia salina, non sono riuscite a evidenziare la benché minima manchevolezza rispetto alle premesse e alle promesse del costruttore. Pare di essere ripetitivi, ma il motto “Benelli, più avanti da sempre” è ancora una volta la conclusione più vera e più logica per chiudere questa descrizione.