In mezzo a concorrenti che vantano presenze nel settore delle armi di ben più lunga fatta il Cinquantenario può apparire ad una mente matematica un’entità minuscola ancorché apprezzabile, ma dal momento che il dipanarsi della vita di un’azienda, come quella di una persona, va pesata anche con altre misure che non siano soltanto quelle dell’aritmetica e del mondo dei numeri, ecco come ciò che viene realizzato getta sulla bilancia un peso non numerico, ma di forte intensità. Il percorso iniziato nel 1967 dal compianto Dr. Paolo Benelli e dal suo solidissimo gruppo di appassionati collaboratori, proseguito poi con il confluire societario nella Holding Beretta, mantenendo sempre una propria eccellenza progettuale e produttiva, ha creato un qualcosa di unico che oggi appunto festeggia il mezzo secolo di vita. In questo tempo la sana caparbietà di dar vita a un’idea semplicissima e insieme sofisticata ha condotto l’azienda a realizzare un ciclo produttivo di eccellenza, unico modo per far sì che il fucile funzionasse correttamente sfruttando quel sistema inerziale messo sulla carta dal geniale tecnico bolognese Bruno Civolani, anch’esso scomparso, e tradotto in pratica proprio dalla Benelli fra l’incredulità di molti.
Oggi il semiautomatico impostato su tale meccanismo di ripetizione è un punto fisso, copiato da diversi concorrenti alla decadenza dei brevetti, fattore anche questo che cerziora sulla bontà della scelta originaria. Un solo mutamento importante nella storia dell’impianto quando dalla tenuta a puntone inclinato si è passati, con notevole salto qualitativo, alla testina rotante: gli aspetti poi dei diversi modelli sulla base del Raffello che si sono susseguiti nel tempo sono frutto della cooperazione fra l’architetto Marco Gaudenzi e il gruppo interno di ricerca, una sinergia di intenti, di pensieri e poi di opere difficilmente riscontrabile in altre aziende e in altri settori. Una combinazione fortunata? Può darsi, ma se la fortuna aiuta gli audaci, qui va detto e sottolineato che di audacia ce n’è stata da vendere se si considera come tale tutto l’insieme che alberga nell’intelletto umano come volontà, dedizione, apertura al pensiero di altri, determinazione e capacità realizzative.
Il Raffello Ethos in calibro 28/76
Come in altre occasioni particolari la Casa di Urbino ha impostato delle serie numerate di fucili speciali nell’allestimento dei legni e delle finiture: saranno così posti in vendita 1.000 Raffello Ethos in calibro 12/76 e 500 in calibro 20/76 a cui si affianca, sempre nell’intento celebrativo, la presentazione sul mercato italiano del primo fucile camerato per la cartuccia 28/76, una particolarità che già avviata in Francia da altri costruttori, si presenta ora da noi sotto la veste del semiauto della prestigiosa serie poco sopra citata. Si amplia così ulteriormente la gamma Benelli, già ai vertici a livello mondiale per la specificità delle sue proposte che non intendono battere traguardi numerici, ma soddisfare al meglio le diverse esigenze dei cacciatori. Se nel recente passato i piccoli Crio e poi Legacy in 28/70 hanno dischiuso nuovi orizzonti agli appassionati dei piccoli calibri impostati sulla meccanica inerziale, oggi il Raffaello Ethos raggiunge i livelli ancora più elevati del fucile di pregio consentendo agli amanti del piccolo calibro un passo in più per insidiare con successo ogni selvaggina, con quel braccio operativo di maggior estensione garantito da cariche molto prossime a quelle dei calibro 20/70 spinti, dei 16/70 brillanti e di molti allestimenti del tradizionale 12/70 con quelle grammature utili e razionali per insidiare la selvaggina nobile sotto ferma del cane o i migratori di piccola e media taglia anche alle massime distanze. La struttura è ulteriormente potenziata e ciò significa maggior sicurezza e comodità di impiego per il cacciatore insieme a quanto già sottolineato: si adotta quindi il calciolo Progressive Comfort, quello inserito nel calcio in legno di cui conserva ogni pregio tecnico ed estetico sottraendo e dissipando energia all’atto dello sparo grazie a un complesso di lamelle a deformazione progressiva, utile ed efficace in rapporto alla carica. Non mancano i naselli in poliuretano intercambiabili per smorzare le vibrazioni nocive anche per l’apparato uditivo, e le piastrine per variare lunghezza e vantaggio perché ognuno possa ottimizzare le dimensioni del fucile sulla propria corporatura. Anche l’astina è stata rivista partendo da quella del Power Bore dove si facilitavano la postura e il riassetto della mano: ora, grazie al calibro, si è ulteriormente smagrita con indubbi vantaggi di presa e di estetica. A proposito di calciatura si nota l’impiego di un noce europeo con trattamento Wood Fx e zigrini con passo di 1,5 mm a cuspidi ben rilevate: la pistola molto snella porta la mano sempre alla stessa posizione ponendo il dito sul grilletto nella migliore situazione per scatti misurati e corretti.
Il cuore del sistema
La meccanica è quella conosciuta e affidabile con otturatore in due parti, carrello che supporta la testina rotante a due alette fra cui è inframmezzata la molla principale, quella che accumula e ridistribuisce l’energia con cui, grazie a un piolo e a una pista a camme si compie il ritardo di apertura e insieme la rotazione di svincolo delle alette dalle mortise ricavate nel prolungamento di culatta giuntato alla canna. Una bielletta oscillante, imperniata sul retro del carrello e con il contrasto in un incavo a tazza, insiste sulla molla di recupero situata nel calcio. La chiusura dell’otturatore può avvenire premendo il tasto sul fianco del castello o accompagnando la manetta per un’esecuzione decisamente più silenziosa. Legata al moto inerziale si trova la cucchiaia elevatrice delle cartucce, funzionante solo con lo sparo: si può quindi sostituire la cartuccia camerata senza passare dal serbatoio tubolare così come si rivela fattore di sicurezza dover inserire la prima cartuccia in canna manualmente. Inoltre il dente raddoppiato per il ritegno delle cartucce nel serbatoio stesso ne favorisce il prelievo diretto, senza camerarle. La canna Crio Power Bore rappresenta, insieme agli strozzatori Criochoke, l’ottimizzazione degli studi balistici della Benelli sia per i materiali usati e i loro trattamenti termochimici, che per la geometria di foratura appropriata al piccolo calibro; la tempra criogenica regolarizza il regime vibratorio sotto sparo insieme a quello di espansione e contrazione legati al riscaldamento dovuto allo sparo. La bindella ventilata in fibra di carbonio somma leggerezza e robustezza evitando il fenomeno del miraggio: il sistema poi di ancoraggio non interferisce sulla regolare vibrazione della canna. Dell’estetica di questo fucile è quasi superfluo parlare perché ancora una volta la teoria aziendale volta a disegnare l’arma sulle proporzioni della cartuccia si rivela altamente pagante: i giochi delle linee con le proporzioni delle misure creano un’entità che definire ammaliante non pare né un’iperbole, né una piaggeria. Il futuro in Benelli è già oggi e la bellezza è un assoluto che veste in maniera adeguata l’eccellenza progettuale e operativa.
Scheda tecnica:
Costruttore: Benelli Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029 Urbino (PU) – Tel. +39 0722 3071 – Fax +39 0722 307207 – www.benelli.it – [email protected]
Modello: Raffello Crio Ethos 28
Tipo: fucile semiautomatico a canna liscia
Calibro: 28/76
Funzionamento: inerziale
Castello: blocco in ergal fresato – finitura nichelata
Otturatore: a due alette rotanti anteriori – macchinato da trafilato e cromato
Canna: lunga 66 cm – 5 strozzatori Criochoke (da cyl a * con chiave)
Percussione: cane con molla elicoidale e percussore flottante interno all’otturatore
Alimentazione: caricatore tubolare metallico sotto alla canna da 2 cartucce
Congegno di scatto: del tipo diretto con grilletto singolo montato su blocco in polimero
Estrattore: a unghia con molla interna inserita nella testa dell’otturatore
Espulsore: pistoncino a molla nel fodero di culatta
Linea di mira: bindella ventilata in carbonio, mirino anteriore LPA fluo
Sicurezza: a due posizioni con tasto rigato nella guardia – blocca lo scatto
Calciatura: in due pezzi di legno di noce di classe elevata – impugnatura a pistola e sotto canna sagomato – campi di presa con zigrino – trattamento Wood Fx – calciolo Progressive Comfort con spessori differenziati – naselli e piastre di piega e vantaggio intercambiabili
Finiture: brunitura lucida della canna, anodizzazione nera lucida del fodero di culatta, castello con incisioni e nichelatura
Lunghezza calcio dal grilletto: 365 +/-2 mm modificabile sino a 380 con calciolo lungo – oppure 350 +/- 2 mm con calcio specifico e kit Progressive Comfort – piega al tallone 60 mm e al nasello 35 mm
Peso: 2.400 g +/- 100 g con canna da 66 cm (variazioni in base alle tolleranze dei componenti)