Il perfezionismo tecnico non può essere disgiunto da quello estetico e un modello di successo contiene in sé la prima spinta al cambiamento e all’innovazione come fattori fondanti di uno stile di impresa.
di Emanuele Tabasso
L’innovazione è insita nei geni della Benelli da quando nel ’67 principiò a costruire semiautomatici con un sistema di riarmo totalmente diverso dalla concorrenza. Dalle origini il principio inerziale caratterizza questa produzione e il successo che ne è derivato porta a diverse considerazioni sulla genialità, sulle soluzioni difficili, sulle quotazioni di vendita. La prima è un elemento che non sempre si trova, ma quando lo si trova occorre saperlo riconoscere, cosa che non sempre avviene; le soluzioni difficili non sono quelle complicate, anzi, sono quelle però a cui occorre prestare molta attenzione esecutiva perché diversamente non funzionano; le quotazioni elevate derivano da quanto appena esposto e fanno parte di quell’insieme che definiremmo la dirimente nei confronti della concorrenza.
Basta compiere un giro esplorativo in azienda per comprendere come questo programma sia il cavallo di battaglia con cui entrare in competizione sul mercato mondiale: dal macchinario al suo impiego, e più ancora nella personalità di chi opera in azienda si capisce perché una prodotto ben più caro della immediata concorrenza abbia conseguito tali risultati. Nei primi 40 anni di lavoro si erano sommati due milioni di fucili venduti mentre nel solo 2013, l’anno passato già carico di tutti i gravami che infieriscono sulle tasche di molti, si è raggiunta la quota di 195.000 pezzi, quasi il 10% di quella fantastica cifra predetta. Innegabile che la raffinatezza paghi quando sia ben usata nella tecnica, nell’esecuzione, nello stile.
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Il Raffaello rappresenta il modello di punta della produzione aziendale e proprio qui si è intervenuti per mostrare una volta di più come non sia possibile a Urbino vivere sui ben meritati allori, ma ci si innovi continuamente. Il fucile è stato presentato all’IWA del 2013 in due versioni, la Power Bore e la Black, consegnando quasi subito la prima mentre la seconda, oggi presa in esame, è arrivata ai primi di gennaio di quest’anno. Questo modello rappresenta la versione base del primo di cui fa proprie peculiarità assai interessanti e soluzioni di eccellente garanzia.
Le prerogative
L’estetica è quella conosciuta con la parte centrale del castello che pare uscire dall’armonica corolla posteriore con una fusione di linee rette e curve come di piani lisci o arrotondati: il nero domina la scena con la brillante lucidatura dell’otturatore e del grilletto a far da contrasto. Del sistema inerziale annotiamo soltanto la chiusura a testina rotante con due alette e la molla di recupero posta nel calcio: l’attuale taratura delle molle di contrasto consente l’impiego di cariche tra i 24 e i 56 g di pallini, ampliando quindi ulteriormente l’ambito di utilizzo. Tra i vantaggi di tale funzionamento ricordiamo come si eviti l’imbrattamento presente invece nei presa di gas. In ambito di sicurezza segnaliamo il congegno che riporta automaticamente in chiusura l’otturatore se dovesse arretrare accidentalmente per un urto. Anche la suola elevatrice delle cartucce e la feritoia di accesso sono state ridisegnate con attenzione alle sezioni di passaggio, all’arrotondamento dei profili, alla scorrevolezza per un più facile inserimento delle cartucce nel serbatoio: l’insieme prende il nome di Easy Loading. Parimenti è stata migliorata la funzionalità della levetta inferiore per lo svuotamento del serbatoio.
Il calibro 12/76 è oramai una costante per i fucili da caccia tradizionali e il mantenimento di un peso leggero, 2950 g lo sono, rappresenta una sfida tra portabilità e brandeggio contrapposti alla sensazione di rinculo. La scelta estetica ha condizionato e spinto verso nuovi ritrovati: la bellezza e la classe del fucile richiedono una calciatura in legno e si è quindi momentaneamente messo da parte il calcio sintetico Comfortech risolvendo il problema del rinculo con lo studio di un’altra novità: il calciolo Progressive Comfort incassato, senza scompensi estetici, nel legno stesso. L’interno di questo ritrovato in tecnopolimero vede un’asta scorrevole con placchette contrapposte impegnate in lamelle, fissate al corpo, di spessore differenziato: la forza impressa dal calciolo muove l’asta e le lamelle più sottili si flettono assorbendo l’energia di una cartuccia normale mentre con cariche più potenti entrano in gioco progressivamente anche le lamelle più resistenti. In tal modo a una maggiore forza applicata corrisponderà una più decisa resistenza del complesso. Per il resto le linee del calcio sono quelle oggi più in auge con pistola molto arcuata e ampia sezione alla coccia, così da tenere la mano salda nella sua posizione con il dito che aziona il grilletto perpendicolare al punto di ingaggio. Nella parte del dorso verso il nasello è inserito uno spaziatore intercambiabile di poliuretano morbido che smorza le vibrazioni dirette allo zigomo assicurando, insieme alle placchette da interporre fra impugnatura e castello, la regolazione più congeniale. L’asta ha un disegno affusolato che favorisce la presa e l’effetto estetico grazie alle linee in sbieco di giunzione al castello e all’innesto del tappo di fermo: questo particolare porta novità all’interno dove un inserto in polimero avvolge la molla posta al suo interno evitandone l’attrito sul metallo del serbatoio dove, in caso di infiltrazioni di umidità, potrebbero crearsi ossidazioni; da ultimo il blocco non è più affidato a un pistoncino, ma a una sferetta registrata da una molla, più gentile da vincere con minimo sforzo. Piccole cose importanti per apprezzare compiutamente e nei particolari la cura posta dall’azienda nel nuovo progetto. La canna tradizionale è proposta nelle lunghezze di 61, 65, 70 e 75 cm innestata al castello con un sistema che assicura assenza di giochi anche dopo un lungo impiego; è omologata per l’uso di pallini di acciaio anche con gli strozzatori intercambiabili Criochoke, lunghi 70 mm forniti a corredo. Sulla bindella ventilata metallica spicca il mirino in plastica rossa. A corredo viene fornita la valigetta di trasporto con il gruppo di strozzatori, chiave di montaggio, piastrine per variare la piega del calcio, magliette a sgancio rapido, flacone d’olio, manuale per uso e ricambi.
Conclusioni
Nel Raffaello Power Bore si trovano le ultime scelte tecnologiche dell’azienda mentre nel Black si ha un insieme tradizionale: nulla di diverso nella qualità, sempre di vertice, e solo un’opportunità per il cliente di scegliere in base al proprio gusto e alle proprie inclinazioni.