Se ne parlava già da parecchio, ma si sa che la gattina frettolosa ha fatto i micini ciechi, quindi in Benelli non hanno voluto bruciare le tappe e per la loro prima carabina a otturatore girevole scorrevole si sono presi i giusti tempi prima di approdare alla Lupo. La denominazione dell’importante novità assimila il predatore per eccellenza all’uomo cacciatore con un parallelo che lasciamo agli esegeti del pensiero e della parola di valutare. Ci ritroviamo per contro molto interessati a osservare le immagini che l’azienda di Urbino ci ha proposto, giusto per tracciare una prima valutazione a freddo di un fucile che ci tocca assai da vicino per molti modi: tra questi la canna rigata è da sempre in cima ai nostri pensieri sia con finalità venatoria che per impiego di poligono e la meccanica classica a otturatore tipo Mauser è affiancata nel nostro sentire solo alle monocolpo con otturatore a blocco.
Benelli Lupo | L’aspetto e la tecnica
In Benelli non ci si può aspettare qualcosa di pregevolmente banale: l’azienda locata in quel di Urbino non può sottrarsi al gusto del bello e del raffinato, visto ovviamente in chiave attuale perché altrimenti l’evoluzione sarebbe un concetto astratto e non messo in pratica nella ricerca delle forme, dei materiali, delle lavorazioni. In ultima analisi le finalità del bello e del funzionale devono andare di pari passo, facendo sì che l’acquirente di un prodotto di quest’azienda senta l’orgoglio di partecipare a un qualcosa di unico e distaccato dalla pur ottima concorrenza. Non facciamo i supereroi: conta, eccome, anche la quotazione pur se parlarne sembra volgare come ansimare dopo una corsa e anche su tale fattore si è definita una giusta, corretta e saggia valutazione di 1.900,00 € adeguata alle schermaglie commerciali oggi più che mai attuali.
Abituati a certi fucili su cui una triste e inelegante patina nero opaca viene posta a garanzia di inossidabile durata, osservare il trattamento Be.S.T. della Lupo ci riempie di entusiasmo: passiamo un momento oltre alle garanzie di durata e annullamento di sfregi dovuti a maltrattamenti sui terreni di caccia, e rimaniamo sull’estetica che balza immediatamente agli occhi dove l’aspetto brillante, mai troppo lucido, pieno e profondo riporta anche i meno avvezzi ai concetti che hanno informato l’archibugeria classica dove il bello rimane bello e il brutto non è degno di troppa attenzione. Notiamo come questa finitura sia riservata al mercato europeo, mentre per quello d’oltre Atlantico si pratica una tradizionale e decorosa brunitura, foriera di un costo minore.
Passiamo alla tecnica osservando come le parti a lavoro siano in acciaio con i vari leganti e trattamenti termochimici scelti in funzione di ottimizzare la resa. L’impianto è quello classico mutuato dal capostipite, il Mauser K98, con castello composto dall’anello anteriore e fianchi che lo congiungono al ponte posteriore chiuso. Le forme seguono il concetto di raffinatezza, con linee eleganti e misure definite con sobrietà dove la robustezza è figlia della bontà dei materiali e non del loro sovradimensionamento. L’occhio al peso è d’obbligo considerando che molti useranno questo fucile in montagna o comunque per lunghi trasferimenti gravati dagli ausili ottici, binocolo e lungo, e da quanto viene stivato nello zaino, propri della caccia di selezione. Il castello risulta accoppiato al fusto della calciatura in sintetico tramite un telaio separato, realizzato in Ergal, comprensivo dell’insieme guardia e ponticello: questo consente una stabilità ottimale fra i diversi punti fra cui spicca il tassello mediano, con funzione di prisma di scarico delle forze, che si incastra di precisione con la corrispondente fresatura trasversale praticata sotto all’anello: vicino si trova la brugola anteriore di fissaggio fra le due componenti dell’arma. Da notare ancora come il telaio si prolunghi indietro con un’astina che funge da tirante a cui si fissa il calcio e, anteriormente, accolga una brugola per la giunzione dell’asta.
L’otturatore cilindrico presenta tre alette in testa, dal profilo periferico arrotondato di corretta esecuzione sulle macchine a controllo numerico: si posizionano nelle mortise ricavate nell’anello. Il movimento è limitato a circa 60° con maggior rapidità e meno problemi di urto con l’ottica per la mano che manovra la manetta. Entro una delle alette è incassata l’unghia dell’estrattore: il suo movimento ortogonale rende pressoché impossibile lo scavallamento del solco di presa di un bossolo; a fianco del foro del percussore sporge il nottolino elastico dell’espulsore. Nella zona mediana del corpo cilindrico sono presenti dei ribassi favorendo una posizione più rialzata della cartuccia posta nel caricatore: minor angolatura nel transito verso la camera di cartuccia per escludere la possibilità di ritrovarsi con una cartuccia piantata a metà strada quando magari è essenziale un secondo colpo. Nella parte posteriore è calzato l’anello di supporto del manubrio: la personalità di una carabina si osserva anche da questo particolare, che abbiamo sempre paragonato alla coda dei cani da caccia, e il braccetto piatto, foggiato a Z e con la nocca tonda ovoidale, ne esprime parecchia insieme a una funzione adeguata sia per la mancanza di spigoli o sporgenze che potrebbero offendere la mano, che per la rapida manovrabilità.
Il contrasto angolare tra braccetto e profilo del ponte per attuare l’estrazione primaria avviene fra due superfici di acciaio, evitando logoramenti differenziati. Il tappo di coda tagliato in sbieco segue la forma allungata del castello dove appare solo la fresatura di passaggio del manubrio stesso: meno aperture beanti, meno sporcizia che vi si deposita. Sotto al tappo sporge il codolo del percussore con una tacca rossa che ne evidenzia l’armamento mentre una levetta a bilanciere posta sul fianco sinistro del castello svincola l’otturatore a fondo corsa. Da ultimo la codetta superiore del castello supporta il tasto della sicura a due posizioni: comoda e silenziosa, pure ambidestra, si aziona ad arma impugnata e in punteria, blocca percussore, scatto e manubrio, ma non ci pare abbia un proprio sistema di bloccaggio per evitare inopinati spostamenti strusciando magari contro lo zaino. Premendo un piccolo tastino sul fianco destro si sblocca solo il manubrio potendo prelevare la cartuccia camerata in tutta tranquillità, mantenendo attive le altre due funzioni. Da ultimo la codetta accoglie la seconda delle due brugole di fissaggio meccanica/calciatura: giustamente viene evidenziato il valore di 8 kgm per il serraggio con chiave dinamometrica.
Benelli Lupo | La canna
Non abbiamo contezza della giunzione fra canna e castello che può avvenire o con passo a vite, o con inserimento di precisione e fermo con brugole trasversali. Verificheremo alla prima favorevole occasione mentre intanto notiamo come il montaggio sia completamente flottante a garanzia di ripetitività del punto battuto. La rigatura viene realizzata dal Gruppo Beretta mediante rotomartellatura: in Benelli la canna subisce il procedimento criogenico che ridistende le fibre del metallo, indurisce le superfici per migliori prestazioni di durata e di precisione, più la finitura Be.S.T. La lunghezza è prevista in 56 cm per i calibri .30-06 Sprg. .308 Win. .270 Win. e .243 Win. mentre si passa a 61 cm per il .300 Win. Mag. e per il 6,5 Creedmoor. Anche i passi variano in funzione dei calibri con l’estremo del valore di 1:8” per il 6,5 CM adatto a stabilizzare i pesanti proiettili (si vedano i 147 gr delle Hornady ELD-X) consoni a questa cartuccia studiata per tiri a lunga distanza. In volata è presente una filettatura coperta da un tappo a vite: facile il montaggio di un freno di bocca (per chi ama queste aggiunte) o di un silenziatore per i luoghi dov’è previsto. Un buon serraggio, magari con una goccia di collante, evita di ritrovarsi con rosate incongrue perché le vibrazioni hanno svitato un poco il particolare.
Benelli Lupo | Calciatura
Nelle calciature tecnologiche Benelli ha espresso molto e qui non manca di applicare il dovuto in vista dei tre obiettivi: adattare l’arma alla complessione fisica del tiratore, favorire le prestazioni, smorzare la sensazione di rinculo. Ecco allora le piastrine di variazione di lunghezza e deviazione, il Combtech con tre naselli di vario spessore per la postura del viso e quindi dell’occhio nella lente del cannocchiale, il sistema Progressive Comfort che possiamo definire a pettine, interno al calcio e collegato al calciolo per dissipare l’energia generata dallo sparo. Nelle zone di presa delle due parti della calciatura è presente il sostituto moderno dello zigrino, anche questo pensato in Benelli: definito Air Touch tale corrugamento a incavi semisferici gioca sul principio fisico che allunga la traiettoria delle palline da golf e qui mantiene aerata la mano e salda la presa. Provare per credere.
Benelli Lupo | Caricatore e scatto
Il caricatore bifilare staccabile e stampato in polimero contiene cinque cartucce nei calibri standard e quattro nel magnum: comodo l’inserimento nell’ampia feritoia ricavata nella parte inferiore del castello così come lo sgancio premendo il tastino situato anteriormente, che fa cadere il pacchetto naturalmente nel palmo della mano. Tutto funzionale compreso il disegno che non fa sporgere nulla dal profilo inferiore del fucile, solo un poco spigolosi i due terminali anteriori quando lo si riponga nella tasca della cacciatora.
Lo scatto: elemento principe per il giudizio, soprattutto su una canna rigata. Il pacchetto è realizzato in Benelli e promette costanza nell’impiego grazie alla rigidità cui si è riservata una particolare attenzione, così come ai piani di contrasto. La taratura viene segnalata fra circa 990 e 2.000 grammi e lo sgancio diretto a un tempo. Non dubitiamo dell’ottima resa che speriamo di verificare quanto prima: anche soltanto davanti a una mostrina di poligono le peculiarità balzano in evidenza. Un commento a freddo sulla tipologia e sulla grammatura: si segue chiaramente l’orientamento statunitense che predilige questa scelta oggi assai diffusa anche fra i nostri giovani. Da vecchi appassionati di tante cose della Mitteleuropa amiamo lo stecher a due grilletti e a seguire lo schneller alla francese. Poi a sfatare tutto possiamo mettere lo scatto decisamente Made in USA di una Winchester 70 Classic o di una Ruger N.1 a cui non manca nulla per esser definiti perfetti: siamo certi che quello della Lupo si porrà sullo stesso piano.
Scheda tecnica
Costruttore: Benelli Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029 Urbino (PU) – Tel. +39 0722 3071 – Fax +39 0722 307207 – www.benelli.it – [email protected]
Modello: Lupo
Tipo: fucile rigato con otturatore girevole scorrevole
Calibri: .300 Win. Mag. – .30-06 Sprg. – .308 Win. – .270 Win. – 6,5 Creedmoor – .243 Win.
Funzionamento: a ripetizione ordinaria
Castello: in acciaio con anello anteriore e ponte chiuso posteriore – telaio in lega leggera inserito fra l’azione e la calciatura
Canna: in acciaio al carbonio martellata a freddo e con trattamento Criobarrel – lunghezza 56 cm calibri standard e 61 cm .300 Win. Mag. e 6,5 Creedmmor
Otturatore: in acciaio trattato e brunito Be.S.T. – tre alette in testa
Percussione: percussore flottante con molla coassiale interno all’otturatore
Alimentazione: caricatore a pacchetto estraibile da 5 cartucce (4 per magnum)
Congegno di scatto: gruppo montato sotto al castello – scatto del tipo diretto con grilletto singolo, regolabile fra 990 e 2.000 grammi circa
Estrattore: a unghia inserita nell’aletta alto/dx dell’otturatore – movimento ortogonale e molla interna
Espulsore: nottolino elastico nella faccia dell’otturatore
Linea di mira: non previste mire metalliche – predisposizione per l’attacco dell’ottica
Sicurezza: a due posizioni con tasto nella codetta superiore del castello – blocca scatto, percussore e manubrio – tastino laterale per consentire l’apertura a sicura inserita
Calciatura: in due pezzi stampati in polimero – calciolo Progressive Comfort ad assorbimento di energia – impugnatura a pistola e sottocanna sagomato – campi di presa con effetto Air Touch antiscivolo – dorsalino Tecnogel (3 intercambiabili) e piastrine per mutare il vantaggio e l’inclinazione)
Finiture: brunitura lucida con finitura Be.S.T. della canna e dell’azione – anodizzazione del telaio in Ergal – calciatura in polimero nero
Peso: 3.200 g circa con canna da 56 cm (variazioni in base alle tolleranze dei componenti)