Esporre le considerazioni su un fucile totalmente nuovo basando la trattazione solo sulle immagini evidenzia parecchi limiti: disporre dell’arma consente già di andar a fondo con le valutazioni tecniche, ma è sempre la prova in poligono a fornire un responso adeguato e degno di un fucile di classe qual è il modello Lupo della Benelli.
La Casa di Urbino compie i passi in maniera molto misurata per dar modo ai vari comparti di procedere senza strappi e senza inopportune rincorse: il settore commerciale sonda le aspettative del mercato, quello tecnico le risorse da cui attingere le idee per assecondare le richieste, ma essendo Benelli, anche e soprattutto precederle. Il mondo della canna rigata non è certo nuovo per l’azienda che oramai da parecchi anni è una presenza di vertice nel mercato dei semiautomatici: lo è per contro nello specifico settore del movimento girevole scorrevole dove l’immaginazione e la memoria ci portano al Mauser K98, archetipo del sistema. Non stiamo a riproporre l’interpretazione data da Benelli che pensiamo di aver sufficientemente descritto nel nostro precedente brano, soffermandoci con la dovuta attenzione a come si pone il fucile quando si è in poligono.
Già nello sfilare l’arma dal fodero per disporla sugli appoggi si apprezzano due fattori: il primo estetico e il secondo ponderale. In fatto di estetica a Urbino si sono sempre distinti per una ricerca di classico e di innovazione, quasi un contrasto stridente che qui assume per contro una valenza caratteriale, un emblema, un sigillo, un conio che fanno riconoscere e apprezzare di primo acchito l’insieme, cioè l’immagine completa del fucile, sviluppando ed ampliando le favorevoli considerazioni quando si scenda poi nei particolari. Il secondo fattore è il peso: inutile negare come negli ultimi anni la massa ridotta sia diventata un punto essenziale per invogliare i clienti, tutti protesi a correre su per le montagne nella spasmodica ricerca di arrivare per primi sul capo di cui ci si è già fatti un’idea durante le ricognizioni precedenti l’apertura.
Il risvolto negativo di tale soluzione sta nella sensazione di rinculo: anche qui notiamo come oggi molti patiscano questa reazione fisica dell’arma, alcuni proprio in maniera corporea, altri, a nostro sommesso parere, in modo psicologico. In ogni caso la scienza e la tecnica sovvengono con i freni di bocca e anche la Lupo dispone della filettatura al vivo di volata, coperta da una ghiera per chi non intenda avvalersi del marchingegno che, detto fra noi, in poligono è fastidioso assai per chi sta a fianco. Lo stesso dicasi se a caccia abbiamo vicino lateralmente chi osserva con il lungo l’esito del nostro tiro: meglio arretrare, se si può, mantenendosi fuori dal cono di espansione dei gas. Sulla polvere sollevata, o la neve, si aprirebbe un altro discorso: chi ha fatto esperienza conosce il risultato.
Il fucile sugli appoggi
Prima di estrarre il fucile dal fodero ci premuriamo di aprire l’otturatore, manovra che ripeteremo più volte nel corso delle prove: giusta forza da applicare al manubrio e immediata, gradevole scorrevolezza dell’otturatore in arretramento. La postura sull’appoggio anteriore risulta stabile grazie al profilo appena curvo dell’asta sottocanna, così come quella del becco del calcio nelle orecchie di coniglio. Peculiare del fucile la possibilità di regolazione del vantaggio, della lunghezza del calcio e dell’altezza del nasello dorso: l’esemplare a nostre mani calza giusto il nostro numero, come afferma Carlo che con noi si dispone alle prove di tiro e a cui volentieri cediamo un immaginario jus primae noctis. L’otturatore è rimasto aperto dall’uscita dal fodero e così, inquadrato il bersaglio posto a 100 m, inserita la prima cartuccia direttamente nella finestra laterale la si sospinge in camera. I rumori e le sensazioni dei movimenti meccanici soddisfano chi non cerca solo la funzionalità balistica: comodo, piacevole e personale il manubrio a doppia angolatura e la nocca ovoidale liscia che, in chiusura, si mantengono aderenti al fusto consentendo una rapida presa con la mano mentre non si verificano ingombri con l’ottica nel movimento di apertura.
E’ il momento di agire sul grilletto di cui si apprezza la rigatura nella superficie di appoggio per il dito: l’impianto con scatto diretto e peso di sgancio minimizzabile, secondo la Casa, a poco meno di 1 kg omaggia lo stile statunitense senza alcuna negatività, quindi filature, grattamenti, collasso di retroscatto sono del tutto assenti. Uno scatto piacevole e funzionale, ma un pensiero ai vecchi cacciatori europei forse condurrà a proporre l’alternativa di uno schneller. Le tre alette di chiusura richiedono un angolo di soli 60° e la fluidità del movimento è di una piacevolezza inconsueta così come il rumore lieve, diremmo setoso, dell’acciaio su acciaio. Proviamo a inserire alcune cartucce nel pacchetto caricatore senza incontrare il minimo intoppo così come non se ne presentano nel movimentarlo dalla propria sede: la levetta di svincolo davanti alla guardia è ben raggiungibile dal dito, non da ostacoli esterni che si frappongano durante la marcia con il fucile imbracciato.
Controlliamo la sicura a tastino posta sulla codetta del castello e anche questo importante particolare si rivela funzionale, con movimento silenzioso, rapido ed eseguibile con l’arma già in mira: un blocco con bottone a molla per evitare movimenti fortuiti sarebbe ottimale. Molto apprezzabile la soluzione del comando aggiuntivo per svincolare il manubrio a sicura inserita consentendo il prelievo della cartuccia camerata in totale tranquillità. In analogia la levetta posta a sinistra del castello per sfilare l’otturatore: decisamente preferibile al sistema di pressione sul grilletto.
Reazioni allo sparo
Ci siamo sistemati trovando fortunatamente le misure fucile/ottica perfettamente adeguate alla nostra complessione fisica. Abbiamo già provato qualche scatto in bianco e siamo pronti, dopo la cameratura di una cartuccia, al tiro: perfezioniamo la mira e lo sgancio avviene in modo del tutto regolare con la taratura di fabbrica a circa 1.320 g. Il calibro adottato è il 6,5 Creedmoor, recente proposta della Hornady che fornisce diverse cariche, da caccia e da tiro, dalle ragguardevoli prestazioni: la Casa USA, distribuita in Italia dalla Bignami di Ora (BZ), cura con attenzione i suoi prodotti e in particolare quelli con la denominazione Match che abbiamo avuto occasione di provare con ottimi esiti anche in altre situazioni. Non mancano diverse ricariche e in generale la canna padroneggia un’ampia varietà di proiettili con predilezione per quelli pesanti come gli ELD-X da 147 gr proprio di Hornady, cronografati nella versione originale a 805 e 808 m/sec.
Il fucile si rivela molto stabile e rileva pochissimo grazie all’asse diritto, secondo l’uso statunitense, consentendo di mantenere il bersaglio nell’ottica, fattore di notevole utilità a caccia. Il rinculo, già ridotto di suo, viene ulteriormente mitigato dal calciolo ad assorbimento di energia che compie egregiamente il suo lavoro. Rimanendo seduti e senza quasi modificare la postura di tiro si agisce comodamente sul manubrio e, con movimento calibrato, si preleva il bossolo direttamente dalla finestra di espulsione, pronto per qualche interessante ricarica. Parimenti si immette la nuova cartuccia che, spinta dall’otturatore, non fa storie a centrare il foro della camera. Tutti questi movimenti vanno provati per apprezzare il progetto e l’esecuzione Benelli con un pensiero alla quotazione di 1.900,00 €. Possiamo concludere che l’equilibrio del nuovo prodotto sia completo: nelle sensazioni, nelle prestazioni, nella moneta richiesta. Forse cadiamo nell’ovvio dicendo che ce lo aspettavamo, ma ci piace sottolineare come la Casa di Urbino ci abbia gratificati appieno anche questa volta.
Scheda tecnica
Costruttore: Benelli Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029 Urbino (PU) – Tel. +39 0722 3071 – Fax +39 0722 307207 – www.benelli.it – [email protected]
Modello: Lupo
Tipo: fucile rigato con otturatore girevole scorrevole
Calibri: .300 Win. Mag. – .30-06 Sprg. – .308 Win. – .270 Win. – 6,5 Creedmoor – .243 Win.
Funzionamento: a ripetizione ordinaria
Castello: in acciaio con anello anteriore e ponte chiuso posteriore – telaio in lega leggera inserito fra l’azione e la calciatura
Canna: in acciaio al carbonio martellata a freddo e con trattamento Criobarrel – lunghezza 56 cm calibri standard e 61 cm .300 Win. Mag. e 6,5 Creedmmor
Otturatore: in acciaio trattato e brunito Be.S.T. – tre alette in testa
Percussione: percussore flottante con molla coassiale interno all’otturatore
Alimentazione: caricatore a pacchetto estraibile da 5 cartucce (4 per magnum)
Congegno di scatto: gruppo montato sotto al castello – scatto del tipo diretto con grilletto singolo, regolabile fra 990 e 2.000 grammi circa
Estrattore: a unghia inserita nell’aletta alto/dx dell’otturatore – movimento ortogonale e molla interna
Espulsore: nottolino elastico nella faccia dell’otturatore
Linea di mira: non previste mire metalliche – predisposizione per l’attacco dell’ottica
Sicurezza: a due posizioni con tasto nella codetta superiore del castello – blocca scatto, percussore e manubrio – tastino laterale per consentire l’apertura a sicura inserita
Calciatura: in due pezzi stampati in polimero – calciolo Progressive Comfort ad assorbimento di energia – impugnatura a pistola e sottocanna sagomato – campi di presa con effetto Air Touch antiscivolo – dorsalino Tecnogel (3 intercambiabili) e piastrine per mutare il vantaggio e l’inclinazione)
Finiture: brunitura lucida con finitura Be.S.T. della canna e dell’azione – anodizzazione del telaio in Ergal – calciatura in polimero nero
Peso: 3.200 g circa con canna da 56 cm (variazioni in base alle tolleranze dei componenti)