Quando parecchi anni addietro la Benelli aveva conquistato il suo mercato con il semiautomatico inerziale s’era trovata di fronte a una precisa richiesta di una parte non trascurabile del mercato: l’aspettativa verteva sulla possibilità di godere delle peculiarità intrinseche della tipologia di base, ma abbinate a un castello chiuso.
In effetti la struttura aperta a qualcuno concedeva minor soddisfazione e quindi era opportuno provvedere: il Montefeltro nasce così, sull’onda di un’attesa del mercato che, a conti fatti, aveva ed ha una solida valenza.
Benelli Duca di Montefeltro, dall’essenzialità alla specializzazione.
Dai primi modelli che definiremmo esteticamente essenziali la serie assume una diffusione tale da consigliare all’attentissima dirigenza della Casa di Urbino lo sviluppo di varianti sempre più specializzate: si va dagli allestimenti finalizzati alle diverse forme di caccia più in voga in Italia, ne citiamo due per tutte come il colombaccio e il cinghiale, alle lavorazioni tese ad abbellimenti estetici per chi non vede nel fucile solo un mezzo per esercitare l’arte venatoria, ma insieme una proiezione della propria personalità, del proprio gusto, della propria soddisfazione.
Il Modello Duca di Montefeltro Prestige risulta emblematico per soddisfare le specifiche aspettative di un certo numero di clienti a cui il cosiddetto ferro da tiro va un po’ stretto: infatti ricercano sicuramente le prestazioni tecnico balistiche, ma insieme amano rimirare gli arricchimenti forniti da rimessi in metallo dorato e da incisioni consequenziali alle linee già di per sé magnifiche del fucile.
I particolari del semiautomatico Benelli Duca di Montefeltro.
Per scendere nei particolari osserviamo l’involo di due starne sul fianco destro del castello insieme alla scritta Prestige in elegante corsivo inglese, mentre la ferma di uno statuario setter, nella sua splendida postura tradizionale, spazia su quello sinistro: arricchiscono tali elementi di spicco delle incisioni a volute e cornucopie floreali. La finitura satinata delle superfici lisce completa l’aspetto della carcassa che si lega bene cromaticamente con la brunitura lucida della canna: il trattamento criogenico di quest’ultima poi assicura il massimo rendimento balistico.
In conclusione, resta da osservare la calciatura in due pezzi ricavata da noce di elevata qualità dove le forme danno piena ergonomia e la finitura a olio esalta l’andamento delle fibre orientato parallelamente alla forza del rinculo: le venature scure sul fondo color mogano conferiscono il giusto tocco di classe.
Miglior semiautomatico italiano!!!!!! Io ho tre montefeltro vado a caccia da 40 anni e gli ultimi 16 anni che sparo solamente coi montefeltro con tre canne diverse cal 12.sono una cosa incredibile su tutto dal cinghiale alle allodole ai tordi allo schizzo.