Sabato 8 luglio la Benelli ha ospitato nello stabilimento di Urbino un folto numero di persone, tutte in qualche modo legate all’attività dell’azienda: l’apertura pomeridiana dei lavori ha visto sul palco personaggi di nobile levatura intenti a proporre magnifiche riflessioni su che cosa sia la bellezza e a che cosa tale immateriale entità si possa applicare. Alla tavola rotonda erano presenti il Dr. Marco Gaudenzi, l’architetto che da anni cura lo stile dei fucili Benelli, il Prof. Philippe Daverio noto studioso di arte, di costume e dell’animo delle persone, il Prof. Paolo Fabbri semiologo, la D.ssa Lucia Serlenga critica di moda e di costume de “Il Giornale”, Gastone Bertozzini, Presidente della TVS, azienda della zona di Urbino che cura particolarmente lo stile dei suoi prodotti affidandoli a disegnatori d’eccezione come Giugiaro.
L’esegesi del termine bellezza si è dipanata con molti supporti etici e filosofici che hanno avvinto la platea per la garbata e piana dissertazione di ognuno dei relatori presenti: lo stile Benelli si fonda proprio sull’aspetto dei suoi fucili, elemento che per primo cattura l’attenzione dell’osservatore, poi di conseguenza viene la funzionalità, l’altro supporto storico di tali realizzazioni.
La scelta operata appunto mezzo secolo addietro dal compianto Dr. Paolo Benelli, calato nel settore armiero da quello familiare delle motociclette, ha sempre posto questi prodotti ai massimi livelli: il movimento inerziale, quello che all’origine aveva destato quanto meno stupore se non un marcato disinteresse, è stata la chiave di volta della raffinatezza di questi fucili perché solo con lavorazioni estremamente precise e accurate il meccanismo garantisce l’assoluta efficienza. Condannati alla perfezione potrebbe essere l’assioma che definisce la Benelli e tutti coloro che vi operano: la sfida è stata colta con puntuale determinazione dalla schiera dapprima ridotta poi in costante evoluzione degli operatori della zona che ai fattori tecnici sanno congiungere, per atavica abitudine, la ricerca del bello, del raffinato, del gusto insito in ogni particolare. E’ seguito un ricchissimo buffet di aperitivi e quindi la cena a cui hanno partecipato mille invitati: tutti i dipendenti con i loro familiari erano presenti e ci permettiamo una nota che ha a che fare, alla lunga, con il metodo di lavoro Benelli, molto fattivo, mai stressante dove ognuno, a qualsiasi livello, dà il meglio sapendo con certezza che dal vertice della piramide in giù tutti e ognuno fanno lo stesso.
Ecco la nota sta nell’osservare come fossero moltissimi i bambini presenti, ma non uno abbia alzato la voce, si sia messo a far i capricci o altro: un plauso ai genitori che, formando delle belle famiglie, impartiscono ai figli la dovuta educazione, di certo aiutati dall’operare in un ambiente che consente una forte determinazione nel lavoro e una pacata, serena vita familiare.
Il discorso del Presidente, Cav. del Lavoro Ing. Luigi Moretti, ha richiamato diverse note di questa realtà Benelli sottolineando come a fronte di tanti richiami verbali a realizzare, anche da elevate autorità sovranazionali, qui a Urbino si operi, si faccia, si costruisca direttamente e senza giri di parole. L’excursus sulla storia aziendale è passato attraverso momenti non facili, specie dopo l’immatura scomparsa del fondatore, ma osare, rischiare, fidare nelle proprie forze messe alla frusta dalle difficoltà, e per questo capaci di grandi cose, è proprio del concetto di vita di questo insieme: lo definiamo così, con apprezzabile affetto, perché è impossibile scindere le componenti umane da quelle tecniche in ogni loro forma e tutto questo lo si respira ad ogni passo visitando i reparti in momenti operativi.
Una nota conclusiva messa in ultimo soltanto per meglio evidenziarla è la nomina dell’Ing. Luigi Moretti a cittadino onorario di Urbino per i meriti intuibili e manifesti che ha guadagnato in questa zona negli oltre trentatré anni alla direzione della fabbrica: fortunatamente ci sono ancora animi che credono in questi gesti, nel porgere e nel ricevere, anch’essi depositari di una bellezza che fa grande l’animo umano.