Benelli 828 U: Pensare a Benelli e immaginare il semiautomatico inerziale è un tutt’uno per cui ragionare in termini di sovrapposto sposta completamente l’assetto mentale di chi si avvicina a questa novità assoluta.
di Emanuele Tabasso
Se ne parlava da tempo, ma in azienda le bocche erano cucite e soltanto in gennaio, allo Shot Show di Las Vegas, era apparso per la prima volta mentre qui da noi in Europa ha fatto il suo ingresso fra il pubblico all’IWA di Norimberga: la presentazione del nuovissimo sovrapposto in pretto stile Benelli con le coreografie di quattro volteggiatrici acrobatiche, la folta presenza di giornalisti e di pubblico di settore, ha fatto da degna cornice al lavoro del gruppo di studio pilotato dall’Ing. Vignaroli. La bascula ricavata da un estruso di Ergal presenta forme inusuali e armoniose, comprensive del punto di innesto della testa del calcio: sono così superate le due classiche codette posteriori. Inferiormente è incassato il gruppo di scatto estraibile per comodità di pulizia: il funzionamento si basa su percussori lanciati di massa ridotta e con alta velocità mentre il selettore di sparo è inserito nella slitta della sicura posta all’apice superiore della bascula.
Da questo punto spicca la spianatura su cui lavora la chiave di apertura, arcuata e disassata, a cui è demandata l’apertura del fucile e, insieme, la monta delle batterie per cui non ci sono più le tradizionali slitte, bacchette o leve comandate dalla croce; quest’ultima viene realizzata in acciaio con l’incassatura nel legno dell’astina e conserva l’unica funzione, sempre importante, del tiraggio, cioè dell’assemblaggio corretto e con le giuste tolleranze delle tre parti principali dell’arma. Tenute e chiusure richiamano il progetto Jäger, rinverdito da altri fabbricanti, ma la Benelli non poteva pedissequamente seguire una traccia già battuta: il sistema con blocchetto a L pivotante ha subito migliorie tali da venire coperto da un nuovo brevetto.
Tutti i particolari a lavoro sono in acciaio e in sintesi osserviamo il braccio verticale della L con due corti perni laterali, profilo superiore a due gobbe e quello orizzontale inferiore con un arco sotteso fra due incavi. Il monobloc riveste parecchie funzioni, prima fra tutte la parte complementare di tenuta con due tasche nei prolungamenti superiori di culatta in cui si incastrano le gobbe, mentre una flangia aggettante nella canna inferiore trova riscontro negli incavi del braccio orizzontale del blocchetto in cui si appoggia la rotondità della canna stessa. Il complesso forma un insieme stabile contro la separazione indotta allo sparo e scarica sui semiperni della bascula e sugli orecchioni l’energia residua della spinta in avanti mentre quella all’indietro va sulla faccia di bascula: qui sporgono, sempre comandati dalla chiave, due puntoni cilindrici con incastri nelle corrispondenti mortise tonde dei prolungamenti di culatta per impedire la rotazione delle canne.
All’estrazione meccanica primaria si aggiunge l’eiezione del tutto inusuale: il complesso è sempre situato nel monobloc con i gambi caricati a molla e il comando di sgancio operato da un piccolo pistoncino inserito ortogonalmente nella canna e spinto in fuori dal momentaneo rigonfiamento del bossolo allo sparo: nel movimento sposta il gambo dal dente di ritegno e l’eiettore fa il suo dovere. Un’ennesima funzione del monobloc vede le camere di cartuccia ricavate al suo interno mentre bastano pochi mm per inserire e saldare le canne: di queste osserviamo la lunghezza da 65 o 70 cm, la tipologia Power Bore con trattamento criogenico, analogo negli strozzatori intercambiabili Crio Chokes, la bindella superiore in carbonio per assicurare leggerezza e dissipazione del calore. Il calcio in legno di noce grado 3 e 3 super include il sistema Progressive Comfort con dorso in materiale vibro assorbente e calciolo con apparato interno di smaltimento graduale del rinculo: lavora quindi proporzionalmente all’energia che gli si applica.
Molto interessante la possibilità di variare la lunghezza del calcio regolando sulla propria figura la distanza calciolo e grilletto a cui si sommano le variazioni di piega e deviazione, ben 40 possibilità, portando il fucile a misura perfetta per la personale imbracciatura. Immaginiamo che la descrizione di questa formidabile novità sia esauriente non proprio per aver tutto ben presente al massimo livello, ma sicuramente per stimolare la curiosità di andar quanto prima in armeria per rendersi conto dal vivo di un altro big bang operato dalla Casa di Urbino.