Determinante il referendum del 22 ottobre 2017, con il quale la maggioranza dei votanti si espresse a favore dell’autonomia. Poi, da ultima, la legge 30 dl 2018, che ha ripreso il riordino delle funzioni provinciali in materia di caccia e pesca. «Si tratta di un provvedimento importante -ha commentato il consigliere delegato, Franco De Bon- perché rappresenta il primo riconoscimento della specificità di Belluno e in particolare della grande qualità dimostrata negli anni nella gestione provinciale e nella tutela della fauna selvatica». Insieme al consigliere delegato c’erano anche i rappresentanti del mondo venatorio e alieutico, i distretti, le riserve di caccia e i bacini di pesca.
Franco De Bon ha spiegato come, con il nuovo accordo Provincia-Regione, rimangono a Belluno le funzioni specifiche per l’esercizio delle attività di caccia e pesca, che altrimenti, a seguito della legge Delrio, erano diventate di competenza regionale. «Potranno rimanere in Provincia tutti i punti caratterizzanti che riguardano la gestione della caccia e della pesca – ha spiegato il consigliere -. Entrando nello specifico, abbiamo ottenuto che all’interno del piano faunistico regionale, la Provincia partecipi con un suo documento allegato. Possiamo predisporre un regolamento sulla concreta applicazione delle attività delle riserve. E anche il calendario venatorio può essere gestito dalla Provincia; lo abbiamo già visto quest’anno, con l’apertura della caccia in anticipo rispetto a tutte le altre zone del Veneto.
Da ultimo, siamo riusciti a fare in modo che gli esami per l’attività della caccia siano effettuati nella sede provinciale, da una commissione costituita dopo aver sentito la Provincia di Belluno». Importanti anche alcuni punti relativi alla pesca. «Abbiamo ottenuto la partecipazione alla pianificazione regionale e trattenuto a livello provinciale il rilascio delle concessioni di pesca – ha continuato De Bon -. Si tratta di provvedimenti importanti, perché siamo l’unica Provincia veneta a curare un progetto di selezione della trota marmorata del Piave, grazie agli impianti ittiogenici di Tomo e Bolzano Bellunese». Nella zona di Fonzaso, inoltre, è presente nel torrente Cismon anche la trota del Brenta. Un territorio, insomma, ricco e di cui la Provincia sa prendersi cura (Il Gazzettino).