La Beccaccia appartiene all’ordine Charadriiformes, famiglia Scolopacidae, uccelli generalmente legati ad habitat acquatici o di vegetazione riparia. La beccaccia è una specie di taglia media: il corpo è lungo circa 35 cm, con un’apertura alare di circa 60 cm; si distingue dal Beccaccino, specie consimile, per le maggiori dimensioni, la forma più compatta, lo spessore maggiore del becco, la forma arrotondata delle ali e le barrature nere molto nette sul retro del capo e sul collo. La beccaccia presenta una marcata stria oculare nera. Il becco è molto lungo e sottile, chiaro alla base, sfumato verso il nero all’apice; le zampe sono di colore giallo-grigiastro. Come molte specie che vivono nel folto della vegetazione, ha una colorazione fortemente mimetica, simile alle foglie secche del bosco: marrone finemente striata, tendente al bruno rossiccio sul dorso. Si alza in volo (molto breve, rapido e “rullato”) producendo un rumore caratteristico, ma senza alcuna vocalizzazione; in volo ha una forma tozza, data dalla coda corta e dal becco rivolto verso il basso. Per la loro posizione e le loro caratteristiche fisiologiche, gli occhi della Beccaccia consentono alla specie di avere un campo visivo di quasi 360 gradi; possiede inoltre una visibilità notturna efficace quanto quella diurna, determinante per le sue abitudini alimentari.
BECCACCIA: Habitat e areale di diffusione
La beccaccia è attiva principalmente al crepuscolo e di notte ed è l’unica specie tra tutti gli Scolopacidi che vive ritirata nelle macchie boschive, soprattutto nella fascia compresa tra i primi rilievi collinari e le quote medie (tra i 300 e i 1300 m s.l.m.). La beccaccia nidifica soprattutto in boschi misti o di latifoglie, con un buon grado di diversità vegetazionale; il nido è posto a terra ed è costruito con materiale apportato, seppure in piccola quantità. La beccaccia si nutre di piccoli animali del suolo, specialmente lombrichi e insetti. Durante la stagione invernale è però meno esigente: la si incontra infatti anche nei boschi riparali e di latifoglie di altro tipo e ricerca il cibo persino negli ambienti agricoli marginali. L’areale riproduttivo si concentra nell’ampia zona forestale centrale dell’Eurasia; la beccaccia è presente in modo discontinuo anche nelle regioni mediterranee e assente dall’estremità della Penisola scandinava. I contingenti nidificanti alle latitudini minori sono migratrici a media distanza (verso le coste atlantiche dei Paesi europei o il bacino del Mediterraneo), mentre al sud tendono ad essere sedentari, seppure in diverso grado. In Italia è migratrice regolare, svernante e nidificante. La localizzazione delle popolazioni nidificanti delle beccacce è poco conosciuta a causa delle abitudini elusive della specie e dell’irregolarità con cui occupa i siti; sembrano limitarsi alle regioni centro-settentrionali, soprattutto sulle catene alpine e appenniniche, fino all’altezza dell’Emilia Romagna.
BECCACCIA: Dimensione e andamento delle popolazioni
Le popolazioni riproduttive delle beccacce in Europa sono stimate in circa 600.000 coppie, più almeno un altro milione di coppie in territorio russo; i contingenti svernanti in Europa contano più di 2 milioni di individui (Heath et al., 2000); i dati disponibili indicano che oltre l’80% delle popolazioni europee svernanti sono in declino, mentre le scarse popolazioni nidificanti sono al contrario apparentemente stabili. La tendenza nel nostro Paese sembra però di moderato decremento (Tucker & Heath, 1994). In Italia è rara come nidificante (30-100 coppie, probabilmente sottostimate) ma è più abbondante nella stagione invernale, quando i contingenti raggiungono anche i 100.000 individui. La migrazione primaverile della beccaccia avviene principalmente tra marzo e metà aprile, mentre il passo autunnale, in cui si registra il maggior numero di catture (con picchi del 10% delle catture complessive), si ha tra ottobre e metà di novembre (Macchio et al., 1999).
BECCACCIA: Conservazione e gestione
La Beccaccia è considerata in stato non favorevole di conservazione in Europea (vulnerabile). In Francia tra gli anni ’70 e ’90 si è verificato un preoccupante decremento numerico delle popolazioni svernanti, dovuto probabilmente all’eccessiva pressione venatoria (Henderson et al., 1993). Nella nuova Lista Rossa italiana la Beccaccia è considerata specie “in pericolo”, ovvero valutata a rischio di estinzione nel prossimo futuro. In inverno la Beccaccia si alimenta prevalentemente nei campi durante la notte, preferendo aree aperte, a pascolo permanente, dove trova la più alta densità di invertebrati; è perciò particolarmente sensibile agli inverni rigidi, quando gelano i siti trofici (Marchant et al., 1990). Un fattore di minaccia per i contingenti riproduttivi è costituito dalla crescente frammentazione di ampi tratti di foreste mature del nord e del centro Europa; questo fenomeno sottrae habitat idonei alla nidificazione della specie, compensato soltanto in parte dalla creazione di piantagioni di conifere, che però hanno una volta arborea troppo chiusa per le esigenze riproduttive della Beccaccia. Misure di conservazione adeguate, sia per lo svernamento che per la nidificazione, potrebbero quindi essere dirette al mantenimento e alla gestione di aree di continuità forestale di grandi dimensioni, con la presenza di un ricco sottobosco.
La beccaccia, con il suo piumaggio mimetico, si confonde perfettamente nel sottobosco autunnale. Questo straordinario adattamento le garantisce protezione dai predatori durante le fasi di migrazione. La beccaccia (Scolopax rusticola), spesso definita la "regina del bosco", è uno degli uccelli...
__fg_link_0__ per le minori dimensioni, il corpo di forma più tozza gli arti posteriori più lunghi degli anteriori. Il colore del mantello va da sabbia a grigio-bruno scuro; il dorso è tendente al rossastro, l’addome e la parte inferiore della...
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PERNICE ROSSA(Alectoris rufa) Fenologia S N R PERNICE ROSSA: DescrizioneLa Pernice rossa appartiene all’ordine Galliformes, famiglia Phasianidae. La Pernice rossa è un galliforme dall’aspetto tozzo e compatto, misura circa 33-35 cm, ed è molto simile alla Starna soprattutto nel piumaggio giovanile. Gli adulti di...
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