Accuse pesantissime: il giudice ha inflitto 4 mesi di reclusione a un proprietario terriero, chiamato a rispondere di violenza privata, minacce gravi e danneggiamento. I fatti si sono svolti in Umbria e quello appena terminato è il processo di primo grado. Due anziani cacciatori si trovavano in una zona venatoria regionale, salvo poi sconfinare in un terreno agricolo dopo aver aperto un cancello. La reazione del proprietario è stata sproporzionata.
Secondo quanto raccontato dai due, infatti, l’uomo si sarebbe avventato contro di loro con un bastone, usato anche per colpire più volte la vettura in cui gli anziani si erano rifugiati. Oltre ai danni, poi, il proprietario avrebbe minacciato di morte i cacciatori, a dir poco traumatizzati. La denuncia ha fatto scattare il processo e i 4 mesi sono il risultato del mancato accoglimento della difesa del responsabile dei fatti.
Secondo il suo avvocato, la reazione sarebbe stata la conseguenza del rischio di fuga degli animali al pascolo, un pericolo provocato dall’apertura del cancello da parte dei cacciatori. Le vittime sono state anche risarcite e nel corso del procedimento giudiziario si sono costituiti parte civile. Ora si vedrà cosa sarà deciso nell’appello.
E’ sbagliata la reazione del proprietario terriero, voglio ricordare però che la legge 157/92, all’art 21 lettera F, vieta la caccia negli Stazzi, Stabbi, Recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all’alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazzione agro silvo pastorle.
La legge non fà distinzione se nel ricinto vi è un solo capo,o cento al pascolo.
I cacciatori hanno sbagliato ad introdursi in una zona dove la caccia è vietata per legge.