Le aziende agrituristiche venatorie italiane stanno conoscendo negli ultimi tempi un piacevole boom evolutivo, sostenute da numerosi cacciatori che le considerano ottima soluzione per trascorrere un fine settimana venatorio in compagnia dei vecchi amici.
La caccia si evolve, e anno dopo anno conosce nuove tecniche e nuove forme. Una delle più gettonate degli ultimi tempi è quella che si può praticare all’interno delle aziende agrituristiche venatorie, che si sono moltiplicate dopo l’uscita della legge 157 del 92. Grazie a questa norma, molti terreni precedentemente incolti o disagiati, si sono trasformati in opportunità di reddito per i proprietari e possibilità di contatto non mediato con la natura per i cacciatori.
D’altronde quella dell’azienda agrituristica venatoria è un’ottima soluzione che abbatte le vecchie frontiere venatorie, consentendo la creazione di efficaci sinergie fra agriturismi e natura. Il cliente d’altro canto, sia esso un amante della caccia o più semplicemente un amante della vita all’aria aperta, potrà per alcuni giorni vivere in campagna, lontano dal caos di tutti i giorni, concedendosi belle passeggiate, escursioni indimenticabili, o battute di caccia soddisfacenti e comode. Queste aziende di norma nascono nelle aree marginali. La location che non ha reso possibile l’avviamento efficace di una buona attività agricola e turistica, diventa un ottimo valore aggiunto per chi trasforma l’azienda agricola in azienda agrituristica venatoria. In fondo i visitatori cercano proprio questo: pace, relax e natura, tutti elementi che non possono prescindere dalla marginalità delle aree, ricche magari di selvatici e di vegetazione. Al gestore dell’attività è dunque richiesto di creare un oasi non solo tranquilla, ma anche ben abitata di selvaggina, che insieme alla buona accoglienza, sarà un importante motivo di successo. Vero è che non si dovranno sottovalutare tutti quegli elementi tipici della classica ricettività turistica: il buon alloggio e l’eccellente ristorazione, che consentiranno non solo la fidelizzazione dell’ospite cliente, ma anche permetteranno di destagionalizzare le visite, prolungando la stagione turistica. Diffusione sul territorio italiano E pare che questa soluzione soddisfi pienamente i cacciatori, almeno se si da uno sguardo alla diffusione di aziende agrituristiche venatorie in tutto il territorio italiano, con una maggiore concentrazione nel centro e nord Italia. La Toscana è la regione che deve detenere il primato per numero e qualità delle aziende agrituristiche venatorie presenti sul suo territorio, seguita dal Piemonte, dall’Umbria, dall’Emilia Romagna, dalla Puglia, dalle Marche, dalla Sardegna, dal Lazio e Basilicata. I periodi durante i quali il visitatore potrà dedicarsi alla tanto amata caccia, saranno quelli previsti dai regolamenti regionali, senza alcuna eccezione e a seconda degli assetti territoriali e dalla selvaggina tipica della zona, ci si potrà dedicare alla caccia del fagiano, della lepre, delle anatre, delle pernici, della quaglia, del colombaccio, del tordo, della beccaccia, del beccaccini, del cinghiale, del daino, del capriolo, del cervo, del muflone e della volpe. Aziende agrituristiche venatorie: i vantaggi I cacciatori dal canto loro gradiscono questa nuova possibilità di caccia. In fondo uno degli elementi di maggior pregio è costituito dal fatto che cacciare all’interno di un’azienda privata consenta al cacciatore di impiegare meglio il proprio tempo a disposizione, sempre più spesso limitato. In questo caso all’amante dell’attività venatoria potrà essere proposto di acquistare quote selvaggina da utilizzarsi nel corso di un intero anno. Vivendo un’azienda agrituristica venatoria, si potrà inoltre passare una giornata fra amici, senza paura di incappare in territorio con divieti particolari, o senza il timore di ledere la libertà di chi ama passeggiare fra la natura. Altro pregio non da poco delle aziende venatorie è dato dal fatto che, a differenza degli altri territori, la selvaggina stanziale non va rarefacendosi in quanto regolata annualmente e ben gestita, senza per questo aver perso i connotati di selvaticità. Infine, una buona azienda agrituristica venatoria, alla passione per la caccia è capace d’aggiungere la passione per la buona tavola e per la buona accoglienza, offrendo al cacciatore la possibilità di riunirsi periodicamente con il proprio gruppo di amici per trascorrere qualche giorno di tranquilla spensieratezza. Se si conta inoltre che molte strutture offrono servizi non solo per i cacciatori, ma anche organizzano belle escursioni per gli accompagnatori, si potrà comprendere il successo di queste attività che lentamente stanno nascendo in tutto il territorio e si fanno portavoce di un nuovo contatto fra uomo e natura. La legge A regolamentare questa nuova tipologia di attività ci ha pensato la legge 11 Febbraio 1992, n. 157, per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Nello specifico la legge si occupa delle aziende faunistico venatorie e delle aziende agrituristico venatorie all’art. 16. Nel punto 1 si autorizza e regolamenta l’istituzione di aziende faunistico venatorie per prevalenti finalità naturalistiche e faunistiche. Le concessioni, si legge, dovranno essere corredate di programmi di conservazione e di ripristino ambientale al fine di garantire l’obbiettivo naturalistico e faunistico e si sottolinea come all’interno di tali aziende è consentita la caccia nelle giornate indicate dal calendario venatorio e secondo i piani di assestamento e di abbattimento. Non è ammesso, secondo la legge, immettere in tali aziende fauna selvatica dopo il 31 agosto. Nelle aziende agri – turistico – venatorie è invece consentito immettere e abbattere selvatici di allevamento per tutta la stagione venatoria. Il punto 2 è interamente dedicato a definire i doveri delle aziende atri turistico venatorie. Dovranno essere situate preferibilmente in territori di scarso rilievo faunistico e sorgere in zone di agricoltura svantaggiata. Le aziende agrituristiche venatorie ancora hanno molta strada da fare, specialmente sul piano della comunicazione, vero è comunque che offrono al cacciatore una soluzione alternativa alla solita battuta di caccia.
Giornalista e fondatore di Caccia Passione. Correva l'anno 2002 quando diedi vita al portale internet, mettendo a frutto tre grandi passioni, quella in lettere moderne, l'altra per l'informatica e altresì per l'attività venatoria. Negli anni Caccia Passione è divenuto testata giornalistica ove oggi scrivono le migliori "Penne" giornalistiche d'Italia.
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