Influenza aviaria
E’ stata diramata una comunicazione urgente da parte del servizio Veterinario della Regione Lombardia per l’adozione di misure urgenti per limitare la diffusione dell’influenza aviaria. Tra le misure adottate, per lo più riguardanti gli allevamenti e dunque la tutela del comparto, c’è però anche il divieto di utilizzare i richiami vivi (anseriformi e caradriformi) nella caccia da appostamento temporaneo. Ovviamente molti cacciatori hanno subito teorizzato le solite tesi complottiste (“chissà perché sempre a caccia aperta”) ma basterebbe osservare che è SCONTATO che con i migratori arrivi anche l’aviaria. I più di loro invece non hanno colto il grande merito dei cacciatori stessi per la salvaguardia del comparto agricolo zootecnico, per quanto nel provvedimento si riporti che il virus è stato individuato grazie al programma di sorveglianza sanitaria attiva predisposto dalla Regione e attuato con i Cacciatori di anatidi che si sono offerti a collaborare.
La notizia autentica
La vera notizia infatti è che GRAZIE AI CACCIATORI, E IN PARTICOLARE A QUELLI DEI 12 APPOSTAMENTI FISSI DI CACCIA AGLI ACQUATICI IN CUI SI FANNO I CONTROLLI DI SORVEGLIANZA ATTIVA SUI SELVATICI ABBATTUTI PER RICERCARE IL VIRUS, L’ARRIVO DELL’INFLUENZA AVIARE IN LOMBARDIA è STATO INDIVIDUATO PRIMA CHE SCOPPIASSERO FOCOLAI NEGLI ALLEVAMENTI DELLA ZONA. La decisione della Regione di chiedere la collaborazione dei cacciatori quali “sentinelle” ha permesso di adottare immediate misure a tutela di un settore economico strategico (e delle… finanze pubbliche), poiché la prevenzione consentirà certamente di ridurre la diffusione del virus, evitando abbattimenti di massa con smaltimento delle carcasse di pollame con costi a carico dei cittadini lombardi. I CACCIATORI IMPEGNATI NEL MONITORAGGIO ATTIVO HANNO DATO, E CONTINUERANNO A DARE, UN SERVIZIO PUBBLICO DI SORVEGLIANZA SANITARIA DI GRANDISSIMO RILIEVO, E LO STANNO DANDO CON I FATTI E CON LAVORO VOLONTARIO, A DIFFERENZA DEI QUAQUARAQUA’ DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CHE HANNO L’ARDIRE, CON IL SOSTEGNO DI TELEKABUL, DI INCOLPARE CONTINUAMENTE I CACCIATORI DELL’AVIARIA STESSA. PIUTTOSTO I CACCIATORI, CHE DI CERTO NON COMANDANO LE MIGRAZIONI DI ANIMALI INFETTI, SONO GLI UNICI A POTER MONITORARE L’ARRIVO DEL VIRUS CON GLI ANIMALI SELVATICI, CONSENTENDO ALLE REGIONI DI ADOTTARE LE MISURE IDONEE QUANTO MENO A RIDURRE LO SCOPPIO DI FOCOLAI NEGLI ALLEVAMENTI.
Utilizzo dei richiami
Inoltre non può passare inosservato che non viene sospeso l’uso dei richiami di anseriformi e caradriformi presso gli appostamenti fissi: tese e “sguàss” continueranno a usarli: l’uso dei richiami di queste specie è stato consentito in Lombardia proprio grazie alla Regione che ha deciso di attuare il programma di collaborazione con i cacciatori e ai 12 appostamenti fissi che si stanno impegnando nella raccolta di campioni biologici sui selvatici abbattuti. Infatti, il provvedimento del Direttore Generale della D.G. Sanità Animale del Ministero della Salute del 1 settembre 2022 infatti dispone espressamente che “le Regioni e le Province autonome possono autorizzare l’utilizzo di volatili da richiamo appartenenti agli Ordini degli Anseriformi e Caradriformi a condizione che gli stessi vengano utilizzati anche come volatili sentinella a fini di sorveglianza per la ricerca di virus dell’influenza aviaria e nel rispetto delle seguenti condizioni generali e particolari”.
Postazioni mobili
La prima condizione era la “Programmazione da parte delle Regioni e Province autonome entro il 18 settembre 2022 di un piano di sorveglianza attiva negli uccelli acquatici migratori cacciati con particolare riguardo agli anatidi nonché dei volatili da richiamo impiegati per l’attività venatoria tale da permettere l’individuazione precoce della circolazione di virus HPAI negli uccelli selvatici”; Tra le condizioni d’uso dei richiami si legge poi nello stesso provvedimento che allorché i campionamenti non siano in numero rilevante, l’uso dei richiami di anseriformi e caradriformi sarà generalmente sospeso. Ad oggi invece l’uso dei richiami “postazioni mobili” (ndr: appostamento temporaneo), in presenza del virus è ritenuto causa di rischio eccessivo, riconducibile proprio alla movimentazione dei richiami, che può divenire un fattore di potenziale diffusione della patologia. Se i cittadini lombardi risparmieranno centinaia di migliaia di euro, se molti allevamenti non vedranno il loro lavoro andare letteralmente in fumo, se si potrà continuare a usare i richiami per la caccia agli acquatici almeno da appostamento fisso (e chissà che in futuro non si riesca anche per il temporaneo) anche in presenza del virus sarà grazie ai 12 appostamenti fissi, ai loro Cacciatori, impegnati nella raccolta dei campioni nei capi abbattuti e alla Regione che ha capito quale può essere il ruolo fondamentale che la caccia può avere nella prevenzione sanitaria (Avv. Lorenzo Bertacchi Presidente Regionale FIDC Lombardia – Alberto Bocchi Referente ACMA per la Lombardia).