Come ha fatto sapere Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, sta per partire una campagna di monitoraggio in questo territorio per controllare i luoghi in cui è solita stanziare la fauna acquatica selvatica, il vettore dell’aviaria. L’obiettivo è quello di mappare i luoghi citici stanziando in bilancio un milione di euro. L’aggiornamento della situazione è molto importante per i cacciatori che attendevano notizie da tempo. È allo studio con Veneto ed Emilia-Romagna un protocollo comune per la gestione dell’aviaria in quanto è diventata necessaria una azione condivisa per gestire la crisi in maniera rapida, uniforme e omogenea.
Nel corso del 2017 e primi mesi del 2018 infatti il comparto avicolo lombardo è stato interessato da una importante epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità con ingenti ripercussioni sanitarie ed economiche. Tali focolai hanno interessato prevalentemente le zona ad alta densità zootecnica avicola, in particolare la provincia di Brescia, Cremona, Mantova e Bergamo. In totale si sono avuti 53 focolai che hanno coinvolto allevamenti di tacchini, di galline ovaiole e di polli Broiler.
Le indagini epidemiologiche hanno individuato l’avifauna selvatica come probabile origine dell’infezione e alcuni contatti a rischio come causa della sua diffusione tra gli allevamenti. Al fine di evitare la probabile insorgenza di nuovi focolai sono stati disposti dalla Regione Lombardia, previo parere del Ministero della salute, 41 depopolamenti preventivi. Complessivamente sono stati abbattuti poco più di 3 milioni di volatili.