I casi di influenza aviaria registrati questa estate sono stati numerosi, tanto che il Ministero della Salute ha deciso di mantenere il divieto di utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriiformi. Nonostante qualche difficoltà di interpretazione, la circolare ha iniziato a produrre i suoi effetti, ma l’Ufficio Avifauna Migratoria della Federcaccia e l’ACMA (Associazione Cacciatori Migratori Acquatici) ritengono eccessivo il divieto.
In particolare, è stato esteso a tutto il territorio nazionale senza alcun motivo, inoltre si è ormai capito che il virus è stato trasmesso quando non venivano usati i richiami, oltre che a caccia chiusa. Anche la Francia ha fatto registrare tanti casi, ma la deroga è stata ripristinata da tempo. Per l’Ufficio e l’associazione, la trasmissione è stata provocata dalla scarsa applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti intensivi.
Tra l’altro, esistono regioni e aree molto vaste escluse dal rischio, ma in queste zone il cacciatore di acquatici viene penalizzato lo stesso. La deroga italiana potrebbe essere accompagnata dal monitoraggio sugli uccelli selvatici che è già stato posto in essere, come richiesto dall’UE. Le due associazioni hanno quindi inviato una lettera al Ministero della Salute, chiedendo un incontro urgente presso l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.