L’influenza nella provincia
“Nel corso degli anni gli allevatori hanno effettuato ingenti investimenti in termini di biosicurezza all’interno delle loro attività. Non è, dunque, da imputare loro l’arrivo dell’influenza aviaria in provincia, bensì alle migrazioni degli uccelli selvatici”. Così Cia-Agricoltori Italiani Padova sul caso di positività da virus H5N1 HPAI registrato in un allevamento di 39mila tacchini da carne a Piove di Sacco.
Controlli doverosi
“Le imprese non hanno mai abbassato la guardia, anzi -sottolinea il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini-. I controlli da parte delle autorità competenti sono doverosi in una logica di massima sicurezza”. Come da ordinanza, sono state decretate una ‘zona di protezione’ in un raggio di 3 km in linea d’aria dal focolaio, e una ‘zona di sorveglianza’ in un raggio di 10 km.
Meno burocrazia
La nota si conclude in questa maniera: “Ora chiediamo celerità relativamente alla rendicontazione dei danni diretti e indiretti. Serve, in ultima analisi, una sburocratizzazione al fine di garantire i ristori in tempi congrui” (fonte: CIA Padova).