Secondo quando riferito dallo stesso, si trattava di armi appartenenti al fratello e per questo motivo i poliziotti avevano sequestrato tutto, denunciando la persona per detenzione illegale di armi comuni da sparo. Il ricorso non è stato accolto. Secondo i giudici amministrativi, infatti, l’inaffidabilità all’uso delle armi è sufficiente a giustificare il ritiro della licenza, senza che sia necessario dimostrarne l’abuso.
Il numero di armi trovate in casa del ricorrente e la mancata denuncia nella licenza sono due motivi validi per la revoca e il divieto, di conseguenza l’uomo è stato condannato al pagamento delle spese di lite, nello specifico 2mila euro in favore dell’amministrazione. Si tratta di una sentenza a cui si dovrà fare necessariamente riferimento nel corso della valutazione di casi simili.