La Vipera: Anche quest’anno in aumento i cani vittime del veleno!!
La vipera è un serpente appartenente alla famiglia dei Viperidi, in Italia ne sono presenti 4 specie velenose e dal morso letale: V.aspis (rintracciabile al Nord e centro Italia), v. beris, V. ammodyres e V. ursinii ( presenti soprattutto in Abruzzo). Il loro habitat è vario: è possibile ritrovarle sia in montagna che in pianura, sia nei boschi che nei prati; privileggiano comunque luoghi tranquilli e assolati, nei quali hanno la possibilità di stendersi al sole al fine di mantenere costante la loro temperatura corporea.
La media degli individui ha una lunghezza che può raggiungere i 60 cm, la testa, caratteristica, è piatta e triangolare, il corpo massiccio che termina bruscamente con una coda piuttosto breve.
La vipera è attiva tra Aprile e Novembre. Generalmente le vipere son rettili piuttosto timidi che preferiscono fuggire al minimo rumore e che attaccano solo se impossibilitate nella fuga, in tal caso assumo un atteggiamento minaccioso, gonfiandosi e soffiando. Le parti anatomiche ove frequentemente la vipera morde il cane sono le estremità degli arti e il muso, sede quest’ultima dove il morso risulta più pericoloso per la sua elevata irrorazione sanguigna.
Il cane morso manifesta subito forte dolore segnalandolo con sonori guaiti, la zona colpita appare rapidamente tumefatta, calda al tatto, con ben visibili due piccole lesioni circolari, distanti tra loro circa 2 cm (ferite provocate dai denti del rettile) e circondati da piccole emorragie. Se non si interviene prontamente la situazione tende a precipitare entro le 2 ore successive: il cane inizia a manifestare problemi gastroenterici, difficoltà respiratorie e nei casi più gravi può soppraggiungere la paralisi della mandibola, convulsioni, abbassamento della temperatura e succesivamente la morte.
Quello che può fare il cacciatore purtroppo non è molto, deve subito rivolgersi ad un veterinario, il quale avrà l’opportunità di somministrare all’animale il siero antiodifico, di attuare una fluidoterapia necessaria a limitare i rischi di collasso cardio-circolatorio e di effettuare un’adeguata terapia antibiotica. Nel frattempo: tranquillizzare il cane e possibilmente tenerlo fermo per evitare che i movimenti accelirino la diffusione del tossico nell’organismo attraverso la circolazione sanguigna. Se le prime cure mediche sono tempestive, hanno successo e il cane supera la fase critica, sarà opportuno comunque che il cane rimanga sotto ossorvazione veterinaria, magari ospedalizzato, per almeno 72 ore. E’ necessario, infatti, avere a mente che gli effetti del veleno ne sangue e da questo veicolati in taluni organi, soprattutto nel fegato, possono anche alcuni giorni dopo causare problemi di coagulazione.
Difficile stabilire a priori se il cane tornerà ad essere l’atleta di prima; delle volte ia causa dei danni subiti (solitamente a carico dei reni e dal fegato) possono essere non completamente recuperabili.
Ovviamente questa valutazione spetta ESCLUSIVAMENTE al medico veterinario che con opportuno momnitoraggio clinico e analisi di laboratorio minate, sarà in grado di consigliarvi al meglio!!
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