ANUU – Da alcuni nostri Associati abbiamo appreso che i Comitati Direttivi di alcuni ATC del piacentino per la prossima stagione venatoria 2017/2018 vorrebbero dividere il territorio di loro competenza in distretti e istituire la caccia per specie o di prevalenza. Tutte queste restrizioni risultano prive di presupposti e non correlate da fondamenti scientifici, penalizzando gli interessi di tutto il mondo venatorio piacentino. Invece di fare censimenti oculati sulle specie e indagini o esperimenti su basi scientifiche per accertare quali siano i veri fattori che causano il calo di alcune specie di fauna selvatica (patologie, antropizzazione e cementificazione del territorio, pratiche agricole intensive, ecc.), per risolvere il problema si continua a comprimere i diritti dei cacciatori, con giornate di caccia fisse, riduzione degli orari, del carniere, delle specie, dei periodi consentiti, applicazione fascette lepri abbattute. Ultimamente si è verificato un notevole aumento della burocrazia per i cacciatori, con riepiloghi dei capi abbattuti con determinate scadenze, abbattimento delle lepri con conseguente applicazione della fascetta e compilazione immediata di un modulo di cui una parte va consegnata all’ATC. Talune volte i cacciatori sono costretti a cacciare sul territorio muniti di cartine topografiche soprattutto in quegli ATC dove sono stati istituiti i distretti. A proposito di aumento di incombenze burocratiche: l’ATC PC 5 (Bettola-Gropparello – Lugagnano) in data 6 gennaio u.s. ha inviato ai soci che cacciano la lepre un questionario da restituire entro il 28 febbraio p.v. e sono proprietari e conduttori di cani, dove oltre alle caratteristiche dei cani (se certificati o meno, numero dei cani utilizzati) bisogna anche indicare i nominativi dei soci abituali di caccia alla lepre. Considerando che l’età media dei cacciatori è già piuttosto avanzata, si può immaginare l’approccio della maggioranza di essi a queste novità burocratiche che aumentano ogni anno che passa. La scomparsa dei cacciatori non sarà un beneficio, ma comporterà pessime conseguenze per l’ambiente: chi si occuperà di indennizzare i danni all’agricoltura e alla biodiversità causati dalle specie invasive e alloctone? Chi tutelerà l’incolumità delle persone da incidenti stradali e chi monitorerà possibili zoonosi trasmesse all’uomo dalla fauna selvatica? Chi fornirà a titolo gratuito ai ricercatori sul campo materiali e osservazioni sulla fauna selvatica? Alla luce di quanto sopra chiediamo che le decisioni e le proposte che riguardano la prossima stagione venatoria 2017/2018 dei vari Consigli Direttivi degli ATC del piacentino siano sottoposte alle Assemblee dei soci cacciatori iscritti, dei conduttori dei fondi agricoli inclusi nell’ATC, che si svolgeranno prossimamente.
Ricordiamo i compiti fondamentali dell’Assemblea dei soci (previsti dai vari statuti degli ATC), l’assemblea che dovrebbe essere convocata almeno due volte all’anno dal Consiglio Direttivo di ogni ATC: 1) approva lo Statuto e le sue modifiche; 2) approva entro il 31 dicembre di ogni anno il bilancio preventivo dell’esercizio successivo, eventuali variazioni del medesimo ed entro il mese di aprile di ogni anno il bilancio consuntivo dell’esercizio precedente; 3)dichiara la decadenza dei componenti del Consiglio direttivo su proposta del Consiglio direttivo stesso 4) approva i regolamenti sull’attività venatoria e gestionale predisposti dal Consiglio; 5) assume decisioni su ogni materia che le sia sottoposta dal Consiglio direttivo; 6) approva tutti gli atti di amministrazione straordinaria. Ricordiamo inoltre che, come previsto dai vari statuti, i cacciatori oltre ad avere doveri (osservare lo Statuto, mantenere un comportamento degno e coerente con gli scopi, partecipare, nella misura delle proprie possibilità, alle attività dell’Associazione) hanno anche dei diritti: a)partecipare alle attività promosse dall’Associazione; b) ricoprire cariche associative; c) partecipare all’Assemblea con diritto di voto (direttamente o a mezzo delegati); d) prendere visione di tutti gli atti deliberativi e di tutta la documentazione relativa alla gestione dell’Associazione con possibilità di ottenerne copia. Pertanto invitiamo tutti i cacciatori ad informarsi sulle date di convocazione delle varie Assemblee dei soci degli ATC di appartenenza e parteciparvi esercitando il diritto di voto. Elenchiamo alcune proposte e osservazioni che ci sono pervenute dai nostri Associati, di cui questa Associazione in data 8 febbraio 2017 ha già provveduto ad informare tramite lettere i competenti uffici della Regione Emilia-Romagna e tutti gli ATC piacentini, con la speranza che queste osservazioni e proposte siano tenute in considerazione:
- nella prossima stagione venatoria esercitare la caccia nel territorio piacentino in base a quanto previsto dal calendario regionale dell’Emilia-Romagna, senza l’applicazione a livello locale di ulteriori restrizioni prive di presupposti e non correlate a fondamenti scientifici, penalizzando gli interessi di tutto il mondo venatorio;
- abrogare la caccia di specializzazione – in modo da distribuire il prelievo venatorio su tutte le specie cacciabili e su tutto il territorio cacciabile;
- eliminare l’uso delle fascette nel prelievo della lepre – rammentiamo che, oltre alle norme già previste in merito, recentemente è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n° 158 del 8-7-2016 la modifica della legge 157 che si stabilisce che l’annotazione sul tesserino venatorio regionale vada fatta subito dopo l’abbattimento. Quindi è principio inderogabile e da applicare anche se le leggi regionali o i calendari venatori si esprimono diversamente. Per i cacciatori che non ottemperano si applica la sanzione prevista dall’art. 31 lett. “i” della Legge n° 157/1992 sulla caccia da € 77,00 a € 464,00. Inoltre per i capi abbattuti non marcati sul tesserino è previsto anche il sequestro amministrativo, il risarcimento del danno faunistico all’ATC (ove previsto) ed eventuali giornate di sospensione dall’esercizio venatorio. Noi pensiamo che questo basti a far desistere coloro che non volessero registrare il capo abbattuto;
- non consentire le chiusure anticipate a determinate specie, mantenere gli stessi periodi di caccia previsti dal calendario venatorio regionale, unificare le normative che regolano la caccia nei vari ATC piacentini, con giornate uguali e senza restrizioni aggiuntive – la chiusura anticipata per determinate specie non fa altro che aumentare la pressione venatoria sulle altre specie cacciabili o su altri territori;
- sensibilizzare maggiormente il controllo dei predatori per tutelare maggiormente le altre specie, incluse quelle protette, nel contempo anche a monitorare la presenza di soggetti portatori del “West Nile Virus” e di “Trichinella spiralis”, mediante il conferimento e la successiva analisi di un campione o della totalità dei capi abbattuti presso il centro zoo profilattico sperimentale “Tadini” di Gariga di Podenzano (PC). Inoltre l’ISPRA si è già espressa favorevolmente per l’attuazione di analoghi piani, in questa provincia e in molte province confinanti dell’Emilia Romagna e della Lombardia;
- maggior impegno nella riqualificazione ambientale attualmente insufficiente sia per l’abbandono dell’agricoltura nella zona appenninica e in pianura per la mancanza di siepi e prati a causa delle coltivazioni intensive –prevedendo coltivazioni a perdere di cereali nelle zone appenniniche; messa a dimora di siepi e piantumazione di alberi sugli argini e coltivazioni a perdere di mais e sorgo in pianura, con lo scopo di aumentare le fonti di cibo e di rifugio e nidificazione delle varie specie, non solo cacciabili;
- entro il 31 maggio, prima della scadenza del pagamento delle quote di iscrizione agli ATC, obbligo per gli stessi di informare i cacciatori su: carniere, orari di caccia, periodi di caccia ecc. – in modo che i cacciatori abbiano la possibilità di scegliere se pagare la quota dell’ATC o meno. Attualmente succede invece che i cacciatori siano informati con notevole ritardo e gli ATC per chi versa la quota in ritardo applicano giornate di sospensione oppure un aumento della quota stessa;
- maggior vigilanza da parte delle Autorità competenti sulle Z.R.C, Aziende Turistico Venatorie, Aziende Faunistico Venatorie, Centri Privati di Produzione Selvaggina, affinché vengano rispettati gli obiettivi previsti nelle apposite autorizzazioni;
- continuare a consentire la possibilità alla caccia alla selvaggina migratoria con l’impiego dei richiami vivi, consentire anche a determinati cacciatori espressamente autorizzati dalle Autorità compente alla cattura di esemplari vivi da utilizzare come richiami;
- consentire la possibilità a determinati soggetti (es. Associazioni Venatorie) espressamente autorizzati dalle Autorità compenti alla cattura di esemplari vivi di fauna (migratoria e stanziale) per poi essere liberati immediatamente, per rilievi biometrici, inanellamento e/o applicazione di trasmettitori satellitari. Con l’unico scopo di monitorarne gli spostamenti, le preferenze di habitat e per poter eventualmente recupere gli esemplari deceduti e accertare le cause del decesso;
- coinvolgere tutti i cacciatori (anche attraverso la sensibilizzazione delle varie Associazioni Venatorie di appartenenza) nelle operazioni di censimento (sia fauna cacciabile che predatori) e nelle operazioni di ripristino ambientale, mediante una programmazione delle date affinché non vi sia sovrapposizione fra i vari ATC con lo scopo di avere la massima partecipazione dei cacciatori;
- uniformare gli orari giornalieri di chiusura e le giornate di caccia al calendario venatorio regionale per tutti gli ATC piacentini – non facendolo si ottiene il solo risultato di aumentare la pressione venatorie su determinate specie o in determinati ATC;
- ridurre i costi delle quote degli ATC in base alle giornate di caccia consentite, nel caso si debba anticipare la chiusura per certe specie (es: lepre) – mediante sconto da effettuarsi nella stagione venatoria successiva;
- consentire la possibilità di allenare i cani, fino alla chiusura completa della caccia il 31 gennaio – a beneficio dei propri fedeli ausiliari nonché per la fauna selvatica stessa, che sarebbe allenata a difendersi meglio da eventuali predatori;
- consentire la caccia al cinghiale in squadra fino al 31 gennaio di ogni anno – così facendo si ridurrebbero i danni all’agricoltura e diminuirebbero gli incidenti stradali, con conseguente risparmio di soldi pubblici e dei cacciatori;
- favorire la caccia di selezione ai cervidi (es: capriolo) ormai diffusissimi su tutto il territorio provinciale (montagna, collina e pianura) – mediante l’acquisto e la collocazione di altane da parte degli A.T.C. (in modo da aumentare la sicurezza) e riduzione della quota annuale e costo dei capi (in modo da incentivare i cacciatori ad effettuare questo tipo di caccia), in tal modo si ridurrebbero gli incidenti stradali e i danni alle coltivazioni agricole, con conseguente risparmio di soldi pubblici e dei privati;
- eliminare i distretti all’interno degli ATC, che altro non creano se non ulteriori divisioni del territorio, che oltretutto dividono anche il mondo venatorio;
- sopprimere le limitazioni che sono state imposte ultimamente per la caccia alla beccaccia prive di qualsiasi fondamento.
UFFICIO STAMPA PROVINCIALE ANUUMIGRATORISTI
L’ANUU, Associazione dei Migratoristi Italiani, è stata costituita il 28 marzo 1958 a Bergamo, per lo studio, la tutela e la conservazione delle caccie tradizionali italiane agli uccelli migratori ha una capillare presenza sul territorio italiano. La famiglia dell’ANUU è oggi assai ampia e raggruppa cacciatori praticanti tutte le forme di caccia, dall’appostamento fisso agli Ungulati, passando per la stanziale da penna, la lepre ed il cinghiale, nonché il migratorista generico. Nel piacentino è presente dal 2012, il nostro Presidente Provinciale Franco Mazza riveste anche la carica Responsabile dei rapporti con gli ATC all’ interno del Comitato Esecutivo Nazionale ANUUMigratoristi. Di capitale importanza per l’associazione sono i rapporti con i mezzi d’informazione, affinché anche i cacciatori possano avere gli spazi nei quali far sentire la loro voce, per riqualificare gli importanti aspetti culturali e gestionali connessi all’attività venatoria come la più antica espressione dell’uomo e come uno degli elementi portanti della ruralità, nella quale affondiamo tutti le nostre radici.