I presidenti delle sezioni abruzzesi dell’ANUUMigratoristi, Ente Produttori Selvaggina, Arci Caccia, Italcaccia e Libera Caccia hanno diffuso un comunicato stampa congiunto. La Regione è stata accusata di aver ignorato il ruolo e il contributo delle associazioni venatorie, di conseguenza è giunto il momento di difendere fino in fondo i cacciatori abruzzesi. Gli stessi presidenti regionali hanno inoltrato una richiesta di accesso agli atti per verificare la legittimità del calendario venatorio 2017-2018.
Il motivo è presto detto. Ogni anno si assiste sempre allo stesso “spettacolo” a causa dell’inerzia e della scarsa capacità tecnica e politica della Regione Abruzzo. Secondo le associazioni venatorie, l’ente locale ha soppresso un mese di caccia, mentre le altre regioni italiane possono ancora goderne, senza che vi sia stato un motivo valido. Il prelievo di settembre andrebbe a interessare le specie migratrici oppure quelle nuovamente immesse dagli Ambiti Territoriali di Caccia e per cui ci può essere una istanza di tutela faunistica. Nel comunicato si legge anche dell’avviso manifestato dalla Consulta Regionale e che nessuno avrebbe preso in considerazione.
Per queste associazioni, poi, l’Ufficio Programmazione Faunistico Venatoria sembra succube del Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (CCR-VIA), nonostante i membri di quest’ultimo non abbiano valutazioni di carattere venatorio nel curriculum. L’esame del calendario servirà a capire se è necessario o meno procedere con le azioni giudiziarie e gli eventuali risarcimenti del danno.