Alla luce di quanto ascoltato il 22 novembre nell’intervista sul Canale Caccia&Dintorni, ci pregiamo di fornire ai cittadini alcuni chiarimenti, destinati a quanti avranno voglia di leggerci: Non da noi ma dall’interno dell’Associazione Federata Fidc/CCT viene la proposta di Associazione Unica. Deduciamo che il Presidente di Fidc nazionale parlasse a loro quando ha detto che Fidc ha molte perplessità sull’associazione unica. I richiami fatti da Buconi, nel suo intervento, sullo status di associazione unica “obbligata” dalla legge, sono relativi alla vecchia legge del 1942.
Lungi da noi riproporre l’iscrizione forzata alla FIC/Fidc, riguarda una storia non nostra, se ne facciano una ragione lui, la Fidc e altri. Noi proponiamo ai cittadini, ai cacciatori, nel pieno rispetto della Costituzione, delle leggi e della libertà, di proporsi alla società con una federazione, unione, o confederazione, comunque come un ente di secondo grado, per decisione democratica dei gruppi dirigenti delle associazioni democraticamente eletti.
Non c’è legge che lo vieti. Ci sono una miriade di esperienze, tra queste la Fidc, federazione di federazioni, l’Unavi, la CCT/Fidc. Ci vogliono intenti unitari, condivisione nelle finalità statutarie, noi li abbiamo proposti pubblicamente al nostro congresso aperto, a cui Buconi ci ha fatto l’onore di intervenire, avendo letto il nostro documento, in quell’occasione non abbiamo registrato critiche, salvo la preoccupazione di uscire dal fortino. Leggeremo volentieri, per un confronto sereno, gli intenti che la Fidc vorrà scrivere e proporre.
Lo spezzatino nei territori è suicida e, per ore abbiamo ascoltato il silenzio, l’ennesimo, sia sugli intenti che sul modello associativo dell’Ente Unitario radicato nelle Regioni. I valori “volontari” del mondo venatorio saranno il primo coro diffuso della comunicazione. E con che voce! (Fonte: Arci Caccia).