Decreto Asset
Le ossa di quel vecchio dinosauro che è la Legge 157/92 stanno cominciando a scricchiolare e, anche se molte Associazioni venatorie oggi si affannano a sostenere di aver dato la primogenitura a questa conquista, io penso che invece debba essere la Libera Caccia a provare maggiore entusiasmo e soddisfazione. Un compiacimento dovuto al fatto che, dopo più di trenta anni di battaglie solitarie, durante i quali la Libera Caccia è stata incolpata di estremismo venatorio e perfino fatta oggetto di scherno, finalmente assistiamo al primo vero tentativo di rimettere mano ad una norma che, come abbiamo detto da subito, era nata zoppa perché figlia di una sciagurata alleanza più politica che venatoria. Con l’approvazione del “Decreto Asset”, nel quale sono inseriti alcuni emendamenti che modificano la legge 157/92 e con i quali si è inteso fare chiarezza sull’annosa questione dei calendari venatori ma anche sui nuovi divieti imposti in relazione all’uso e al trasporto di munizioni di piombo, il nuovo governo – e soprattutto il nuovo ministro Francesco Lollobrigida – stanno cercando di recuperare il terreno che i cacciatori hanno perso in oltre trenta anni di incontrastato monopolio delle problematiche ambientali e venatorie da parte della galassia “ambentanimalista” spalleggiata dai soliti ben noti schieramenti politici e talvolta (purtroppo) anche da qualche associazione. Le dichiarazioni a caldo del ministro Lollobrigida sono chiare: “L’attività venatoria è legittima e regolata da leggi dello Stato.
Proposte utili
Cittadini che contribuiscono economicamente alle attività di ripopolamento e volontariamente a quelle di bio-regolamentazione. Dopo nove anni, ho ricostituito il Comitato Faunistico Venatorio, che ho già convocato nel mese di settembre, come luogo naturale di confronto tra i soggetti interessati per elaborare proposte utili a regolare questa attività e il suo svolgimento. Con le modifiche al settore previste dal Dl Asset garantiamo il rispetto dell’ambiente e delle diverse attività che vi si possono svolgere”. “Il decreto approvato oggi – ha poi aggiunto il ministro – interviene sui calendari venatori, riconoscendo alle Regioni la possibilità di modificare modi e tempi per la caccia di determinate specie, in seguito al parere del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale oltre che dell’ISPRA per il quale si introduce una tempistica certa”.
Fauna selvatica e prelievi
Infatti, il titolare del dicastero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha chiarito che “Il calendario venatorio deve essere pubblicato dalle Regioni entro il 15 giugno di ogni anno e deve indicare, per ciascuna specie di fauna selvatica cacciabile, il numero massimo giornaliero di capi, di cui è consentito il prelievo”. Infine, come ha anche sottolineato l’europarlamentare Pietro Fiocchi, nel decreto si fa chiarezza sulla complessa materia dell’uso del piombo nelle Zone Umide. “Una questione che rischiava di creare contenziosi in tutta Italia nella sua applicazione, derivante dalla legislazione europea, con il rischio di creare delle disomogeneità”. “Nessuno – ha quindi concluso l’onorevole Fiocchi – “Obietta sul divieto del piombo nelle Zone Umide, ma considerarlo un reato penale era sproporzionato rispetto alla violazione commessa, quindi più adeguata la sanzione amministrativa come nel resto d’Europa”. La Libera Caccia non può che plaudire a questa importante conquista normativa, augurandosi che rappresenti solo il primo gradino di quella modifica della legge 157/92 che, visti gli epocali cambiamenti ambientali e faunistici verificatisi in questi anni è ormai diventata troppo obsoleta (Paolo Sparvoli – Presidente ANLC).